Il governo kenyota si è schierato contro la proposta di legge sull'assistenza sanitaria e la salute riproduttiva sponsorizzata dalla senatrice di Nakuru Susan Kihika che cerca di legalizzare l'aborto.
Nelle sue osservazioni al Senato, il Ministero della Salute, guidato dal Segretario di Gabinetto Mutahi Kagwe, ha affermato che le disposizioni proposte normalizzano l'aborto su richiesta, contrariamente alla Costituzione e ai valori su cui è fondato il Paese.
Oltre all'aborto, il disegno di legge contiene disposizioni per la pianificazione familiare e la fecondazone artificiale.
Nella presentazione alla commissione salute del Senato che sta esaminando il disegno di legge, il ministero ha detto che tra l'altro non è accettabile che qualsiasi operatore sanitario possa essere formato per interrompere una gravidanza: una decisione del genere dovrebbe essere lasciata a professionisti medici, e a un consulto multidisciplinare, soprattutto nelle gravidanze in crisi.
Il Reproductive Health act, inoltre, oggettivizza e meccanicizza l'atto della riproduzione, tende a normalizzare pratiche dannose come il sesso promiscuo per mero piacere egoistico e atti contro natura dannosi per lo sviluppo emotivo, mentale e psicologico delle persone, soprattutto minorenni, aggiunge il ministero.
Infine, se si devono trattare i diritti alla salute riproduttiva, il disegno di legge dovrebbe includere la prevenzione dei tumori del tratto riproduttivo, la cura dell'infertilità, i problemi derivanti da disturbi mestruali, menopausa e infezioni a trasmissione sessuale.
Anche la Conferenza keniota dei vescovi cattolici si è opposta al disegno di legge sulla base del fatto che è contro la Costituzione e calpesta il diritto alla vita,.
In Kenya, l'Alta Corte nel 2015 ha stabilito che le donne e le ragazze che subiscono violenza sessuale possono abortire se, secondo il parere di un operatore sanitario qualificato, la loro vita o salute è in pericolo.
Fonte: www.pd.co.ke/news
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