16/10/2021 di Stefano Martinolli

FOCE denuncia inadeguatezza della sanità? Con eutanasia e suicidio assistito si elimineranno i malati e si risolverà il problema

Il 12 aprile 2021 la FOCE (Federazione Oncologi, Ematologi e Cardiologi italiani) ha consegnato al premier Draghi e al Presidente della Repubblica Mattarella un report in cui sono state descritte tutte le situazioni di disagio e di difficoltà relative alle cure no Covid in Italia.
E’ emerso un quadro molto preoccupante:  ritardi o cancellazioni di interventi chirurgici per tumore o di trattamenti onco-ematologici, ritardo nel rivolgersi al Pronto Soccorso e alle Unità di terapie Intensive Cardiologiche.
 
Tali problemi hanno riguardato circa 11 milioni di pazienti in trattamento e circa 5 milioni di pazienti sottoposti a screening oncologici.
 
«E’ doveroso denunciare che su questi aspetti, dopo un anno di emergenza, non è stato operato nessun intervento né strutturale, né organizzativo atto a ridurre queste criticità […] Vengono quindi diffusi dati allarmanti sulla tardività della diagnosi e quindi l’osservazione di tumori sempre più avanzati. Inoltre, permane la segnalazione dell’eliminazione di oltre 2 milioni di esami di screening e soprattutto l’assenza di dati recenti sullo stato di recupero di questi esami, che sembra assolutamente carente su quasi tutto il territorio nazionale».
L’Italia, nel 2020, ha registrato una mortalità in eccesso del 21% (cioè 108.178 persone sono morte in più rispetto agli anni passati). Di questi decessi circa il 69% è attribuibile al COVID, ma ben il 31% è rappresentato da morti legate a patologie non COVID. Questo significa che un terzo delle morti in eccesso in Italia sono dovute a patologie la cui diagnosi e trattamento sono stati ritardati.
 
L’ISTAT parla persino di 40% di questi decessi.  Nei prossimi anni sarà possibile assistere ad un ulteriore e consistente aumento della mortalità legata alla mancata assistenza dei malati onco-ematologici, nei confronti dei quali si stanno già verificando notevoli ritardi diagnostici. «Tutte queste evidenze sono molto preoccupanti perché dimostrano che nel nostro Paese la pur necessaria lotta al COVID ha posto in secondo piano la cura delle altre malattie. A determinare questa elevata mortalità hanno assunto un ruolo determinante i ritardi nella prevenzione, nella diagnosi e nella presa in carico e nell’attuazione di trattamenti salvavita».
 
Gli autori poi analizzano le criticità del Sistema Sanitario Nazionale che «ha registrato una tenuta complessiva molto scarsa», specie per quanto riguarda la disponibilità dei posti letto ospedalieri (314 per centomila abitanti, molto più bassi rispetto alla media europea). «E la situazione oggi non è cambiata perché non ci risulta che le Regioni abbiano provveduto  in questi mesi ad aumentare la dotazione complessiva dei posti letto ordinari soprattutto quelli di Medicina». Anche se l’Italia ha ampliato lievemente il numero dei posti letto delle Terapie Intensive, rimane pur sempre dietro nella classifica dei paesi dell’Unione Europea. Il problema si allarga poi al numero del personale sanitario, ancora insufficiente a garantire un completo svolgimento dei servizi.
Il documento sottolinea «la disperata ricerca di medici e infermieri» denunciando «il provvedimento di legge che ha avuto catastrofiche conseguenze istituendo il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina». La FOCE ribadisce che «purtroppo i Governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi anni, tutti quanti indistintamente e indipendentemente dal colore politico, hanno sempre operato tagli orizzontali indiscriminati e ingiustificati alle Strutture Sanitarie per quel che riguarda il personale medico ed infermieristico, il numero di letti e di prestazioni e l’adeguatezza delle strutture ospedaliere».
Il documento accusa quindi il ritardo della fornitura dei vaccini e l’operato contradditorio ed ambiguo di AIFA circa l’uso di Astrazeneca.
Gli autori concludono con alcune proposte operative di riorganizzazione sanitaria, sollecitando la ripresa di una piena operatività delle Strutture di oncologia medica, di cardiologia (anche Unità di Terapie Intensive) e di ematologia, la ripartenza degli screening oncologici, la rifondazione totale della medicina territoriale.
La FOCE definisce queste proposte come «un nuovo piano Marshall della Sanità Italiana».
 
In questi giorni si sta discutendo di disegni di Legge sul suicidio assistito ed è stato presentato un referendum sull'eutanasia.
 
Di fronte ai dati presentati dalla FOCE, appaiono discutibili (se non persino poco credibili) le battaglie spese a favore di un «diritto ad uccidersi», quando non si possono garantire neppure i trattamenti ordinari.  Nella nostra realtà attuale post-COVID, dove sembrano mancare anche le risorse sanitarie più essenziali, come è possibile pensare di trovare una soluzione «eliminando» i malati? Non sarebbe piuttosto opportuno coinvolgere tutte le realtà organizzative, politiche, associative e sociali per avviare un serio progetto di rinascita della nostra Sanità? I cittadini meritano risposte efficaci a tutela della loro salute. 
 
 
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