«Allarme suicidi, in Italia uno ogni 16 ore: Istituire psicologo in scuole, università e comunità» così titolava qualche mese fa Sanitainformazione.it. E i tentati suicidi avvengono uno ogni 14 ore.
Felice Damiano Torricelli, presidente Enpap, l’Ente di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi, attribuiva il fenomeno, diffuso anche tra i più giovani (in media 1 al giorno tenta il suicidio), al fatto che viviamo in una società che mette sotto pressione, stressa, e manca il supporto familiare e amicale per sostenere le persone in difficoltà.
Chissà perché.
Forse perché sono decenni che stiamo smantellando i valori, la famiglia vera, la solidarietà autentica, la sacralità della vita, sostituendoli con "nuovi diritti" vuoti, farlocchi e inconsistenti?
Forse perché lasciamo che i bambini crescano "educati" dai telefonini e dai social, facili prede di giochi e "challenge" a volte mortali?
O forse anche perché ai sofferenti offriamo come rimedio la morte sottoforma di "suicidio assistito" promuovendo quindi il concetto che quando le cose vanno male suicidarsi è una buona soluzione?
Sarebbe il caso di porsi seriamente il problema, altrimenti non serve a niente celebrare la "Giornata mondiale di prevenzione del suicidio".
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