Se le Nazioni Unite continuano a promuovere la cultura della morte e l’aborto a livello internazionale, l’ambasciatrice USA alle Nazioni Unite Nikki Haley, dichiaratament pro vita, ha annunciato che gli Stati Uniti taglieranno i fondi all’organizzazione internazionale che mina la tutela della vita nascente.
Le Nazioni Unite da decenni sono impegnate nella promozione del controllo della popolazione, perfino in Cina, dove la politica demografica continua ad essere coercitiva, nonostante le chiacchiere sulla “fine” della politica del figlio unico.
Irlanda , Malta, Polonia e molte altre nazioni che hanno leggi pro vita e che proteggono i bambini non ancora nati sono state prese di mira dalle Nazioni Unite che le accusano sistematicamente di non tutelare la vita e la salute delle donne, ipocritamente e colpevolmente ignorando i danni che l’aborto arreca proprio alla vita e alla salute psicofisica delle madri di bambini morti...
Nikki Haley ha annunciato un taglio di 235 milioni di dollari al bilancio ONU, con un primo taglio di $ 285 milioni per l’anno fiscale 2018-19.
“L’inefficienza e gli sperperi delle Nazioni Unite sono ben noti”, ha detto la Haley. “Non potranno più approfittare della generosità del popolo americano”.
La cosa segue di poco la condanna degli USA da parte di circa 100 Stati, tra cui l’Italia, per aver riconosciuto Gerusalemme capitale dello stato di Israele: la questione palestinese e la geopolitica che la sottende da più di 50 anni esula la mission di ProVita e in questo senso non ci interessa. Né ci interessa se il taglio ai finanziamenti sia una ripicca in relazione alla suddetta questione.
Quello che ci interessa è che l’ONU – obiettivamente – cessi la sua propaganda contro la vita e le sue agenzie cessino di esportare la morte (l’aborto) nei Paesi in via di sviluppo come fosse la panacea per risolvere tutti i loro problemi.
Brava Nikki Haley.
Redazione
Fonte: LifeNews
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto