Il lungometraggio sul famoso “medico” abortista Kermit Gosnell, che avevamo già annunciato nelle scorse settimane, è al decimo posto nel box office americano dopo il suo primo weekend di proiezione: nonostante sia stato ampiamente ignorato da mass media e televisioni americane, il successo è evidente. La prima proiezione del film è stata venerdì 12 ottobre e nei giorni successivi è stato proiettato in sole 673 sale cinematografiche in tutti gli Stati Uniti; eppure in pochi giorni è al decimo posto per incassi, una performance incredibile se paragonata alle altre pellicole proiettate in migliaia di sale americane.
Ricordiamo che Kermit Gosnell è stato condannato nel maggio 2013 per omicidio plurimo, precisamente per la morte di tre neonati e l’omicidio colposo di Karnamaya Mongar. Tuttavia, si ritiene che abbia ucciso migliaia di bambini vitali compiendo aborti illegali e utilizzando metodi brutali per uccidere i feti vivi. Quando la sua clinica fu perquisita nel 2010, gli investigatori trovarono condizioni ripugnanti, non igieniche e resti fetali immagazzinati, compresi vasi contenenti piedi mozzati. Attualmente sta scontando la pena dell’ergastolo senza opportunità di libertà vigilata. Il film racconta la storia dell’indagine e del processo, le vicende legate ai 30 anni di omicidi e le coperture politiche e massmediatiche di cui ha usufruito da parte di alcuni ambienti “politicamente corretti”.
Scrittori e sceneggiatori del fim hanno incontrato moltissime difficoltà, basti pensare che i fondi per la produzione sono frutto di crowdfunding: 2,3 milioni di dollari da quasi 30.000 sostenitori, un record. Il successo della pellicola, secondo molti osservatori, è nato grazie al passaparola che si sta diffondendo grazie ai social media. John Waters, notissimo e apprezzato scrittore irlandese, ha scritto nei giorni scorsi sulla rivista Spectator: «Immagine per immagine il film su Gosnell fa a pezzi tutto ciò che l’America ha raccontato a se stessa e al mondo sull’aborto». Il velo di ipocrisia sulla bontà dell’aborto sembra essere stato spezzato...
Luca Volontè