In una recente tavola rotonda organizzata dalla Heritage Foundation, negli Stati Uniti, esperti di ostetricia e ginecologia hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza della pillola abortiva mifepristone, noto anche come RU-486, e sulla disinformazione che circonda il suo uso. Il deputato Bob Good ha enfatizzato la necessità di proteggere sia le vite non nate sia la salute mentale delle donne. La dottoressa Christina Francis, CEO dell'Associazione americana di ostetrici e ginecologi pro-vita (AAPLOG), ha rivelato che secondo i suoi studi, le donne che hanno abortito hanno da sei a sette volte più probabilità di suicidarsi rispetto a quelle che non lo hanno fatto.
Francis ha criticato la Food and Drug Administration (FDA) statunitense per aver affermato che la pillola è "sicura ed efficace", sostenendo che l'aborto chimico presenta quattro volte più rischi di complicazioni rispetto all'aborto chirurgico. Ha elencato problemi come infezioni, emorragie, e la necessità di interventi chirurgici di emergenza. Ha inoltre sottolineato un aumento del rischio di parto pretermine in gravidanze successive.
Erik Baptist, consulente senior dell'Alliance Defending Freedom, ha criticato la FDA per non aver adeguatamente testato 11 modifiche apportate dal 2016 alle sue politiche di valutazione e mitigazione dei rischi legati all'uso delle pillole abortive. Ha specificato che questi cambiamenti non sono stati testati complessivamente per la sicurezza.
La discussione ha messo in luce un crescente dibattito sulla sicurezza e l'informazione riguardo la pillola abortiva, con un appello a una maggiore responsabilità sia da parte dei legislatori che dei professionisti medici.
Fonte: LifeNews