Molti dei nostri Lettori e Sostenitori ci hanno chiesto di spedir loro i “piedini preziosi”, la spilletta dorata che è la riproduzione a grandezza naturale dei piedini di un bambino concepito da 10/12 settimane. Un bambino di quelli che può essere abortito “a richiesta” e senza giustificazioni, in Italia, grazie alla legge 194/78.
Questa spilletta ha una storia, che sto per raccontare. Ed è legata alla storia della nascita dei primi movimenti pro-life, che si battono dagli anni ’70 per salvare i bambini dall’aborto.
Nei primi anni ’70 – spiega Live Action – un urologo dell’Oregon, il dottor Russell Sacco, in un’intervista pubblicata sul Vimeo, afferma: “Sapevo come medico che ogni aborto uccide un bambino; uccide gli esseri umani “, e così, quando il brutale omicidio dei bambini non-nati divenne legale negli Stati Uniti, il medico si infuriò. E passò all’azione quando incontrò un anatomopatologo.
Infatti, dopo questo incontro poté divulgare immagini che documentano la brutalità del crimine dell’aborto mostrando che, sin dalle primissime settimane di gravidanza, il bambino che vive nel grembo è un bambino vero e non un “grumo di cellule”.
L’anatomopatologo permise al dottor Sacco di vedere i corpicini dei bambini abortiti e scattare loro fotografie. E nel farlo Sacco prese i piedini di un bambino abortito e li fotografò tenendoli fra due dita per dar conto delle proporzioni. In seguito divulgò l’immagine rifiutando i diritti d’autore su di essa per garantirne una maggiore e più rapida diffusione.
Tutto il mondo ebbe così modo di conoscere questa immagine chiamata in vari modi, “Tiny Feet”, “Little Feet” e “Feet Precious”. Ma a renderla ancor più famosa fu senza dubbio l’incontro fra Sacco e il dottor John Willke, che alcuni considerano il padre del movimento pro-vita americano, fondatore di Cincinnati Right to Life nel 1970, membro del Consiglio Nazionale del Diritto alla Vita e fondatore nel 1991 dell’Istituto Life Issues.
Avendo Willke usato l’immagine dei piedini di quel bambino nel suo manuale sull’aborto, essa è divenuta virale.
Dall’immagine sono state ricavate le spillette, come quelle che potete richiedere a ProVita (chiediamo solo un minimo contributo spese per aiutarci a coprire i costi) e che – quando vengono mostrati ad un abortista fanno un certo effetto...
Coloro che difendono l’aborto, infatti, sono solitamente contrari alla diffusione delle sue rappresentazioni grafiche, ha notato Willke.
Perchè?
Perchè evidentemente la verità brucia.
Le immagini documentano inequivocabilmente e in modo immediato, comprensibile anche a chi non ha studiato embriologia, che l’aborto uccide un bambino.
Per quanto gli abortisti possano spargere menzogne ideologiche per tentare di distorcere la realtà – come ben mostra un nostro articolo a riguardo – la verità alla fine si impone e trionfa.
I piedini di quel bambino piccolo piccolo sono diventati un simbolo dei movimenti pro-life ... un bambino senza nome, ma che certamente è nel cuore di tutti noi, insieme a tante centinaia di milioni di suoi fratellini sterminati, in quasi mezzo secolo, in tutto il mondo, dall’aborto legale.
Luca Scalise
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