«Nun ce vonno sta’», direbbe forse qualcuno a Roma: è vero, e però gli fa onore. In Irlanda c’è un cuore pro vita che pulsa e che non si arrende davanti alla sonora sconfitta del referendum pro aborto.
Stanno già raccogliendo migliaia di firme (sono già a 17.000) contro la probabile e prossima legge che introdurrebbe l’aborto libero e a richiesta fino a 6 mesi. E poi hanno intentato delle azioni legali contro il risultato del referendum perché secondo loro i conti non tornano.
Hanno denunciato, dice l’Irish Times, che un numero considerevole di persone sono state escluse dalle liste elettorali (e dal voto) indebitamente: diversi conventi e monasteri, diverse case di riposo e di cura per anziani: tutti ambienti dove i voti sarebbero stati certamente per il diritto alla vita dei bambini nel grembo materno. Mentre è stato consentito il voto a molti venuti dall’estero a pagamento, e che nelle liste elettorali non erano proprio iscritti.
Un’altra denuncia è stata sporta perché a coloro che definiremmo i “rappresentanti di lista” per il «No» (cioè i pro vita) che li richiedevano non sono stati comunicati i dati sull’affluenza alle urne, il che solleva dei dubbi sul numero di schede che sono state scrutinate e conteggiate.
«Nun ce vonno sta’»? Bene. Vuol dire che c’è ancora un cuore pulsante pro vita in Irlanda e, anche fosse solo “un piccolo resto”, sappiamo bene che le minoranze spesso hanno fatto la storia.
Redazione
Fonte: LifeNews