Le restrizioni imposte per arginare l’epidemia di coronavirus in Italia non hanno interessato solo singole persone, anziane e famiglie, ma soprattutto le famiglie numerose. Come quella di Silvia, moglie e madre di otto figli, che ha denunciato a Pro Vita & Famiglia le difficoltà legate anche e soprattutto a mancati provvedimenti che fossero davvero a misura di famiglie con molti componenti.
Si avvicina la fase due, voi tornerete a lavorare fuori casa?
«Entrambi dovremmo rimanere in smart working, mio marito fa l’informatico e l’azienda ha deciso di far rimanere i dipendenti a casa fino al 30 giugno e anche io fino a quella data perché poi mi scade il contratto».
Avete avuto qualche aiuto o bonus per quanto riguarda il sostegno per i figli, per far fronte anche al fatto che i bambini rimangono a casa?
«Noi abbiamo otto figli, ma non abbiamo avuto nessun tipo di aiuti perché ad oggi risultiamo come entrambi aventi un reddito, e sia adesso per il Covid-19 che in generale per qualsiasi misura statale per le famiglie, non si prende in considerazione il numero effettivo di persone che stanno in una famiglia, che abitano in una casa, che mangiano ad un tavolo. Nessuno in Italia calcola questo. Solamente nei primi tempi mio marito ha dovuto chiedere la parentale per poter avere un minimo di flessibilità soprattutto la mattina».
C’è anche e soprattutto il tema della scuola a distanza. Sarebbe utile, per famiglie numerose, avere aiuti anche dal punto di vista tecnologico per far fronte alla didattica a distanza?
«Noi abbiamo in tutto quattro bambini che frequentano le scuole elementari e un altro la inizierà il prossimo anno scolastico. Anche questo aspetto non è stato considerato. La nostra scuola si è attivata quasi subito con la didattica a distanza e nel form online che hanno inviato c’era solo da spuntare la casella “hai o meno il dispositivo elettronico”, non quanti ce ne fossero in casa per quanto bambini. Inoltre il sistema ha previsto una domanda per genitore, non per alunno, non considerando casi come la nostra di famiglia molto numerosa. Quindi nessuno si è interessato se avessimo un numero di dispositivi adeguato. Noi abbiamo detto di avere un dispositivo e per onestà non abbiamo barrato la casella di “non possedere” nessun computer. Io dispongo di un solo Pc e del mio cellulare».
Come siete riusciti ad ovviare a questo problema non di poco conto?
«I due nostri figli che devono seguire delle lezioni o dei video online lavorano in contemporanea, mentre gli altri due che sono nelle prime classi della scuola elementare per fortuna non hanno video-lezioni ma solo i compiti e gli insegnamenti che vengono inviati di volta in volta via mail dai docenti. Se i nostri figli fossero stati tutti più grandi sarebbe stato davvero un problema».
Si consentirà, con la “fase 2”, l’accesso ai parchi con precedenza per le famiglie con bambini, sarebbe utile per non far stare sempre i figli costantemente chiusi in casa?
«Noi viviamo in un condominio, dove abbiamo un piccolo terrazzino che sarebbe sufficiente giusto per un paio di bambini, non certo per chi ha otto figli. Assolutamente sarebbe giustissimo dare questa precedenza e possibilità alle famiglie numerose di uscire il più possibile con i propri figli. Anche perché in queste ultime settimane è aumentato di molto il rischio di incidente domestico, perché i bambini ovviamente a casa non smettono di giocare e di volersi divertire e quello che non possono fare al parco cercano comunque di farlo a casa, soprattutto se sono molto piccoli. Inoltre un’altra cosa che in queste settimane non è stata presa in considerazione è proprio la passeggiata per chi ha molti bambini. Uno dei precedenti decreti ha stabilito la passeggiata di un genitore con un solo figlio, ma non è possibile per noi per esempio fare su e giù a turno, con i bambini che ovviamente poi finiscono per litigare a chi deve uscire prima. Alcune misure e provvedimenti non sono stati completamente prese in considerazione, anche il fatto stesso che mentre un genitore è fuori gli altri figli stanno da soli se il padre o la madre che rimane dentro deve comunque lavorare in smart working. E’ una situazione assolutamente ridicola perché le famiglie numerose sono state completamente ignorate. Per il governo non esistono».