Si chiama “Il Salvadanaio. Manuale di sopravvivenza economica”, ed è il titolo del libro di Riccardo Pedrizzi, in passato già senatore della Repubblica in tre legislature, oggi Presidente del Comitato Tecnico Scientifico e Vice Presidente Nazionale in pectore dell’Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti e interessato, con questo volume, alla lotta contro un’economia sempre meno a misura di persone e famiglie. Pro Vita & Famiglia, in dialogo con l’autore, ha spiegato il perché di un libro di questo tipo e quali le prospettive economiche – e dunque sociali – alle quali si affaccia la società attuale.
Dottor Pedrizzi come è nata l’idea di scrivere questo libro?
«Io in tutta la mia vita mi sono interessato, occupato e ho scritto di Dottrina Sociale della Chiesa, affermando sempre che essa ci offre criteri di interpretazione e giudizio per poter leggere in profondità la realtà che ci circonda. L’idea nasce quindi per offrire ai lettori un modo, che è appunto quello della Dottrina Sociale per affrontare in particolare la crisi economica e le questioni finanziarie che attanagliano tutti, soprattutto i giovani e le famiglie. Una metodologia che si buon rifare a quello che era un moto amato da Papa Pio XII, ovvero “osserviamo, giudichiamo e agiamo”. Con questo libro quindi si vuole dare modo di osservare, giudicare e infine agire per affrontare i problemi che non sono solo economici».
Perché non si tratta di problemi solo economici.
«Come affermava Benedetto XVI stiamo vivendo in un tempo, soprattutto l’Occidente, dove è molto forte la crisi economica e finanziaria ma che prima ancora è una crisi di principi e di valori. Il libro è infatti anche filosofico perché solo recuperando i sani principi e valori, soprattutto del cattolicesimo, possiamo dare alle famiglie gli strumenti giusti per affrontare poi tutto il resto, anche le battaglie economiche per “sopravvivere” in questa giungla».
Un libro che quindi è rivolto soprattutto alle famiglie.
«Certamente, perché si può leggere una visione cristiana e cattolica dove ci sono dei principi ben saldi rivolto per esempio alle famiglie, ai genitori, per leggere la realtà non solo per se stessi, ma ovviamente per il benessere e il futuro dei propri figli. Sono tutti problemi, quelli economici, che vanno a colpire proprio le famiglie, come per esempio, solo per citarne uno, l’inverno demografico. Poi nel libro ho cercato di dare delle indicazioni e magari anche delle proposte politiche e legislative, per esempio sui corretti modi di trattamento finanziario delle varie realtà familiare, perché ovviamente non è possibile utilizzare lo stesso trattamento fiscale per famiglie piccole, per famiglie numerose, per famiglie con all’interno persone disabili e così via».
È quindi possibile uscire dalla crisi?
«Certo, ma occorre tenere ben presente che dalla crisi si esce partendo dalla persona. Dobbiamo andare quindi prima a ricostruire l’uomo perché la crisi è anche antropologica, quindi ricostruire l’integralità della persona stessa. Questo si può fare partendo dalla famiglia che è la base portante di qualsiasi individuo. Ci sono in essa valori che sono scolpiti nell’identità familiare, nella identità di ogni uomo e ogni donna e dai figli che un padre e una madre hanno».
di Salvatore Tropea