31/08/2019

Il Regno Unito allontana i sit-in anti aborto, violando la libertà di manifestazione del pensiero

Nel Regno Unito si può pregare davanti alle cliniche abortive per sensibilizzare sul tema dell’aborto, ma solo ad una distanza di almeno 100 metri dall’entrataper non rischiare di disturbare chi sta andando ad abortire e provocare loro un ripensamento.

Accade infatti nel Paese oltremanica, dove la Corte di Appello di Londra ha preso la decisione che di fatto allontana i sit-in di preghiera dal perimetro delle cliniche pro aborto inglesi. Una decisione che segna un precedente grave sia per la libertà religiosa, sia per la libertà di manifestazione: tutto sacrificato sull’altare dell’aborto.

La vicenda era scoppiata già nel gennaio 2019, quando il Consiglio di Ealing, un quartiere di Londra, dapprima aveva deciso di proibire lo spazio pubblico alle organizzazioni pro life fuori dalle cliniche di Marie Stopes (dove si praticano aborti), poi era stato costretto dalla Corte di Appello a presentarsi in Tribunale a causa del ricorso presentato dai pro life. La decisione di appello dello scorso weekend ha confermato che è legittima la decisione del Consiglio di Ealing, dunque i pro life dovranno rispettare la decisione di non tenere sit-in e momenti di preghiera entro l’area di 100 metri dalla clinica pro aborti di Marie Stopes.

I giudici della Corte d'appello hanno respinto una causa promossa dalle organizzazioni pro life dinanzi all'Alta corte che sosteneva illegittima la decisione di istituire una “zona cuscinetto”. Il verdetto richiama la «necessità di una zona senza “proteste”, per proteggere gli utenti della clinica Marie Stopes da "molestie e intimidazioni. Dunque preghiere e inviti a riflettere sulla vita del nascituro sono equiparati a molestie ed intimidazioni, fatto di una gravità eccezionale che apre la porta, come dicevamo, a prossime decisioni che bandiscano la libertà religiosa dallo spazio pubblico.

Tali false accuse sono ampiamente utilizzate nel tentativo di diffamare persone pacifiche e favorevoli alla vita, tanto che non esistono nell’intero Regno Unito casi o denunce contro organizzazioni pro life o di preghiera. Nessun procedimento giudiziario per intimidazioni e molestie riferito a veglie a favore della vita è pendente in tutto il Regno Unito.

Purtroppo però, diversi altri consigli stanno seguendo l'esempio tra cui Birmingham, Manchester, Portsmouth, Leeds e, a Londra, Lambeth e Southwark. Se la recente sentenza dovesse esser presa ad esempio anche da altre corti di appello del Regno Unito, ciò produrrà di fatto una situazione in cui la libertà religiosa, di parola, di manifestazione pacifica, saranno vietate discriminativamente in diverse città del paese.

«Questa è una tragica decisione che viola pericolosamente la democrazia e impedisce alle donne di ricevere sostegno dalle veglie a favore della vita», ha dichiarato John Deighan, vice direttore generale della SPUC, una delle maggiori associazioni che difendono la vita del concepito nel Regno Unito. «Il verdetto è stato imposto sulla base della necessità di una zona di censura per proteggere gli utenti della clinica Marie Stopes da "molestie e intimidazioni". Niente di più falso».

Luca Volontè

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