La recente testimonianza di una giovane donna con la sindrome di Down alle Nazioni Unite dovrebbe lasciare di sale tutti coloro che ideologicamente e sostanzialmente promuovono, consentono e assecondano l’aborto terapeutico.
“Per favore, non ci sterminate”.
Charlotte “Charlie” Fien, 21 anni, ha tenuto un discorso appassionato contro il genocidio in atti nei confronti dei bambini Down.
“Io non soffro”, ha detto Charlie, appassionata giocatrice di golf e aspirante maestra di asilo, “Io non sono malata. Nessuno dei miei amici con la sindrome di Down soffre. Viviamo una vita felice.”
“Abbiamo solo un cromosoma in più”, ha aggiunto. “Siamo comunque esseri umani. Non siamo mostri. Non abbiate paura di noi. ... Per favore, non ci sterminate”, “Siamo persone con abilità diverse, non ci compatite...”
I delegati delle Nazioni Unite hanno risposto con una standing ovation.
Charlie aveva visto l’anno scorso il documentario della BBC dal titolo “Un mondo senza la sindrome di Down?”. Ne è rimasta così turbata, che ha scritto questo discorso contro la selezione eugenetica in atto e l’ha inviato alla Camera dei Lord inglese. Di lì è stato trasmesso al Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite, e così l’hanno invitata a parlare a Ginevra, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down .
Il documentario della BBC spiegava che il nuovo “test di screening prenatale non invasivo” (NIPT)era in grado rilevare fino al 98,6 per cento i bambini Down fin dalla decima settimana di gestazione. Charlie prega di vietare quel test!
Dal 2012, il 100 per cento dei bambini Down islandesi sono stati abortiti. Dal 2014, il 98 per cento delle donne danesi che scoprono di aspettare un bimbo Down abortiscono. In Gran Bretagna la strage è al 90 per cento.
Consentiteci una nota di Redazione: questa notizia della testimonianza di Charlie ci era sfuggita. Quando l’abbiamo letta, su LifeSite News, pensavamo che ormai fosse troppo tardi per rilanciarla: la Giornata Mondiale della Sindrome di Down è a marzo. Ebbene, secondo “google news” sembra che in Italia sia stata riportata solo da un paio di portali web minori. Certo non dai media di regime. Abbiamo cercato sul Corriere, sulla Repubblica: niente.
Che strano... Sono testate che si battono a testa alta in nome dei “diritti umani”. Non sarà che considerano esseri umani solo certi esseri umani?
Guardate il breve discorso di Charlie: è sottotitolato, quindi facilmente comprensibile.
Redazione
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