Come si può difendere la vita? In tanti modi: con la semplice testimonianza di accoglienza, con l’aiuto economico, facendo un’operazione a livello culturale, impegnandosi nella propria professione in chiave pro-life... ma lo si può fare anche camminando.
È questo che fa l’evento National Life Chain Sunday, in programma per il prossimo 7 ottobre e che vedrà coinvolte 1.500 città americane. Durante questa giornata le persone pro-vita scenderanno in strada per riaffermare che «l’aborto uccide i bambini», che «l’aborto ferisce», che sono possibili delle alternative...
Scrivono gli organizzatori nel loro Comunicato Stampa che Life Chain (letteralmente: la catena della vita) crede che la fine dell’aborto legale dipenda da noi, nella Chiesa, e che le forze che sostengono l’omicidio cederanno quando ci pentiremo e apriremo gli occhi sul male che fa : in America 1 milione di bambini vengono uccisi ogni anno.
Life Chain è un evento iniziato 30 anni fa in California. Da locale si è poi diffuso ed è diventato addirittura un evento internazionale. E forse qualcosa, piano piano, sta cambiando. Infatti, proseguono nel comunicato stampa, i sondaggi confermano che la gente vuole limiti e restrizioni all’aborto, ma ancora non desiderano un vero e proprio capovolgimento della sentenza Roe vs Wade: per questo c’è ancora tanta strada da fare, testimonianza da dare: dobbiamo pentirci di tanto sangue versato e il pentimento si trasforma in amore per i bambini indifesi e indesiderati.
Ulteriori informazioni sono disponibili su www.LifeChain.net e www.NationalLifeChain.org
Teresa Moro
Fonte: LifeNews