03/04/2020

In Italia c’è un sindaco che produce mascherine

L’emergenza coronavirus non sta solo seminando morte ma, fortunatamente, sta facendo anche dilagare la solidarietà praticamente ovunque. Non si contano le storie virtuose di gente che, anziché farsi imprigionare dalla paura, ha passato il suo tempo a studiare ed attuare modi anche creativi per venire incontro alle esigenze della collettività.

Una di queste storie è quella del sindaco Luigi Caimi, primo cittadino di Rodengo Saiano, comune  del Bresciano, una della zone in assoluto più colpite in Italia dal coronavirus. Quest’uomo, dopo lo scoppio dell’emergenza, ha avuto l’ardire di trasformare il suo ufficio in una sartoria che produce mascherine, seppure artigianali, tuttavia ben fatte.

Non sono, ovviamente, quelle certificate, ma sull’ottima fattura non ci sono dubbi. E’ il sindaco stesso a calarle con una fune a cui è legato un cestino e, a discrezione di chi riceve l’aiuto, può ricevere o meno un’offerta. Il ricavato va poi al servizio di soccorso pubblico della città che lo utilizza a sua volte, per rifornire di carburante le ambulanze. La “sartoria” in cui vengono create le mascherine è proprio l’ufficio del sindaco, dove c’è un’organizzazione precisa e collaudata, con a capo Mara Pollonini, sarta, che coordina altre conoscenti che lavorano da casa.

C’è poi chi aiuta a procurare le lenzuola di cotone, la candeggina e tutto ciò che è necessario per sanificarle e ricavare mascherine, all’interno delle quali viene inserito un velo di carta da forno o di stagnola per renderle impermeabili. E’ nato persino, sui social, un gruppo denominato “Coronavita”, con tutte le istruzioni per creare mascherine fai-dai- te. Ma non finisce qui, perché il nostro virtuoso sindaco, che in quanto a precauzioni sanitarie, sa di cosa parla, infatti è un medico che è stato per nove anni preside della Facoltà di medicina dell’Università di Brescia, si è organizzato con l’aiuto della Protezione civile per distribuire i pasti, fare la spesa, portare i farmaci a casa di chi non può uscire.

Insomma, nemmeno la paura e la morte possono fermare il bene e la creatività di certe azioni virtuose.

 

di Manuela Antonacci

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