La vita è un miracolo. Sempre.
Oggi viviamo in una società che pare aver sposato in toto la “cultura della morte”, volta ad affermare e diffondere sempre più pratiche che sono contro le persone, anche se vengono fatte passare come azioni in loro favore: aborto ed eutanasia in primis.
L’aborto, per esempio, distrugge una vita innocente nel grembo materno. E, lungi dal costituire un “diritto”, uccide anche una futura mamma e un futuro papà... e tante altre persone che ruotano attorno al bambino che non vedrà mai la luce. La vita è un dono che non andrebbe toccato e di fronte al quale l’atteggiamento più corretto dovrebbe essere quello dell’ammirazione e del rispetto incantato. E questo fin dal momento del concepimento, per poi continuare durante tutta la gravidanza (e via via fino alla morte naturale).
Lo sviluppo della vita nel corso dei nove mesi di gestazione nel grembo materno, oramai indagata in maniera dettagliata dalla scienza, ci conferma in queste nostre affermazioni: ogni giorno è possibile notare uno sviluppo e una crescita che sorprendono per velocità, complessità e precisione in ogni minimo dettaglio. Nulla è lasciato al caso, tutto risponde a un preciso ordine.
La foto che abbiamo messo in evidenza nel presente articolo pone in evidenza il miracolo della vita: è stata realizzata dal fotografo dell’università del Minnesota Robert Wolfe e mostra il momento esatto in cui un embrione (un bambino!) è stato rimosso dalla sua sede di accrescimento extrauterina alla 6/7 settimana di gravidanza.
È chiaro che si tratta di una persona. Una persona che per alcuni è solamente “un grumo di cellule” e che può essere liberamente uccisa.
Anche grazie a queste foto è possibile continuare a testimoniare, con sempre maggiore forza e convinzione, che la vita inizia dal momento del concepimento e che l’aborto è un omicidio. Negare l’evidenza è ridicolo, oltre che assassino.
Redazione
Fonte: Stelle di Vita