23/07/2023

Insegnare a comunicare al cervello delle persone paralizzate

Gli scienziati stanno gradualmente imparando a interpretare i segnali dal cervello e tradurli in lettere, parole e frasi.
 
I ricercatori dell'UC  San Francisco e dell'UC Berkeley  hanno dimostrato che con un sistema informatico di interfaccia "cervello - computer", si riesce a comunicare delle frasi in tempo reale con una precisione del 94%.
 
I risultati,  pubblicati su  Nature Communications , ampliano il lavoro precedente di uno studio clinico condotto dal neurochirurgo dell'UCSF Edward Chang che ha dimostrato che era possibile decodificare intere parole e frasi direttamente dai segnali neurali inviati dal cervello al tratto vocale.
 
Nel  lavoro precedente , un array di elettrocorticografia ad alta densità era stato impiantato sulla corteccia sensomotoria di un uomo che aveva subito un grave ictus cerebrale e successivamente aveva perso la capacità di produrre un discorso intelligibile.
 
In quello studio, Chang e il suo team avevano sviluppato un algoritmo informatico per decodificare i segnali neurali corrispondenti a un vocabolario di 50 parole, che poteva tradurre i segnali del cervello in testo su uno schermo mentre l'uomo tentava di pronunciare le parole ad alta voce.
 
Nel nuovo studio, lo stesso uomo ha tentato di scrivere silenziosamente delle parole usando l'alfabeto fonetico della NATO (Alfa per A, Beta per B, ecc.). I ricercatori hanno scelto l'alfabeto NATO dopo aver scoperto che il segnale era più forte e portava a una maggiore precisione rispetto al tentativo di scrivere le lettere da solo.
 
Il più grande progresso rispetto al  lavoro precedente è l'aumento delle dimensioni del vocabolario con questo nuovo approccio ortografico. Sebbene ora stia pronunciando le frasi lettera per lettera, il nostro partecipante ha accesso a oltre 1.000 parole e nelle analisi offline abbiamo dimostrato che il sistema può arrivare a oltre 9.000 parole, che supera la soglia della "fluidità" di base in inglese.
 
Poiché la parola è una forma di comunicazione più innata rispetto alla scrittura o alla digitazione, la speranza è che l'ulteriore sviluppo di questa tecnologia consentirà un'espressione più rapida e naturale.
 
Insomma, il sistema può decodificare i tentativi silenziosi di parlare senza bisogno di output vocale e offre speranza alle persone che non sono in grado di produrre alcun suono.
 
Questi sistemi sono ancora lontani dal produrre un discorso naturale in tempo reale da pensieri continui. Ma i progressi fatti fanno ben sperare.
 
Se poi non ci si riesce c'è sempre l'eutanasia... (scusate la cinica ironia).
 
Fonte: BioEdge
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