In un Nord Europa, che ormai sta consolidando il suo primato in attivismo pro eutanasia ed in leggi che ne consentano la possibilità, con sempre meno limiti, c’è una piccola isola del Mar d’Irlanda, l’Isola di Man, il cui governo locale dice chiaramente “No” a tutto questo.
In seguito a un dibattito durato cinque ore, infatti, «la House of Keys ha respinto la richiesta di ulteriori indagini per modificare le leggi sui suicidi assistiti», come spiega un articolo di Life News.
Riteniamo assai importanti e condividiamo le dichiarazioni con cui ha commentato la vicenda il direttore esecutivo di Care Not Killing, il dottor Gordon Macdonald, per riflettere sul perché un Paese non dovrebbe mai aprire le porte a leggi sul fine vita. «Leggi come il Diritto Penale dell'Isola di Man che vietano il suicidio assistito e l'eutanasia sono essenziali per proteggere le persone vulnerabili» e, nonostante decine di volte sia stata esaminata la possibilità di introdurre una legislazione sul fine vita, ogni volta questa è stata respinta, perché ritenuta discriminatoria nei confronti di malati terminali e disabili.
Come può una legge stabilire che una determinata categoria di persone può essere fatta morire? Come può non lottare per difendere il diritto alla vita di tutti i cittadini, specialmente i più deboli? Come può lasciare che chi chiede la morte perché soffre troppo la ottenga, senza preoccuparsi, invece, di rimuovere o, quanto meno, ridurre le cause della sua sofferenza, tutelandone sempre la vita?
Macdonald cita, infatti, l’esempio del Canada e di come in esso i casi di eutanasia si siano quintuplicati negli ultimi 5 anni, giungendo a più di 5000 nell’ultimo anno, rispetto ai più di 1000 del 2016 e di come in così poco tempo sia già venuta meno la condizione obbligatoria d’essere un malato terminale, per accedere alla morte assistita, estendendone la possibilità persino a chi soffre per problemi psicologici.
È decisamente il caso che si arresti quanto prima questa strage, nella speranza che il nostro Paese non ceda ad essere risucchiato dallo stesso baratro.
di Luca Scalise