I sondaggisti statunitensi hanno toppato la "straordinaria e schiacciante" vittoria dell'avversario di Donald Trump, ma hanno azzeccato comunque quello che sembra essere il verdetto finale, secondo le proiezioni dei principali network: il democratico Joseph Robinette Biden Jr. - meglio conosciuto come Joe Biden - è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, poiché secondo le proiezioni avrebbe superato quota 270 grandi elettori, anche se la battaglia legale promessa da Donald Trump è appena iniziata e le prossime settimane vedranno i ricorsi e i riconteggi dei voti in molti Stati cruciali.,
Classe 1942, Biden è un vero e proprio veterano della politica americana, essendo stato, oltre che senatore, anche vicepresidente tra il 2009 e il 2017, durante i due mandati di Barack Obama. Anche per questo, durante la campagna elettorale, è stato preso abbastanza in giro da Trump, il quale da un lato ha ironizzato sull’età e sugli acciacchi del nuovo presidente e, dall’altro, ha a più riprese sostenuto che, in caso di sua vittoria, la vera presidenza sarebbe sostanzialmente andata alla sua vice, Kamala Harris. Staremo a vedere.
Quel che intanto possiamo dire è che, benché Biden sia cattolico, molto difficilmente la sua presidenza sarà segnata da una qualche attenzione ai temi eticamente sensibili cari a pro-life ed ai pro-family.
Infatti, benché il presidente sia effettivamente stato pro life in passato - dal 1976 e per diversi anni, aveva promosso, sostenuto e votato molte misure pro vita - da tempo si è resto protagonista di un vero e proprio testacoda ideologico.
Lo provano le sue dichiarazioni nel tour elettorale e il fatto che il colosso abortista Planned Parenthood abbia ufficialmente dichiarato il proprio sostegno a Biden già lo scorso 15 giugno, annunciando una spesa di 45 milioni di dollari per le elezioni. Questo ci lascia pensare che una delle prime mosse di Biden – conformemente a quanto fece Obama nel suo primo mandato, peraltro a pochissimi giorni dal suo insediamento, nel 2009 – potrebbe essere proprio la reintroduzione di finanziamenti federali per Planned Parenthood legati al Titolo X, che solo nell’anno 2018, prima del provvedimento firmato da Trump, erano stati pari a 60 milioni di dollari.
Non è un caso che già diversi sacerdoti cattolici americani, in questi mesi di campagna elettorale, si siano coraggiosamente e coerentemente rifiutati di far fare la comunione a Biden, il quale dichiarandosi abortista e cattolico si pone in una prospettiva inaccettabile per la dottrina cattolica.
Lo stesso si può dire con riferimento alle misure pro Lgbt, che, se seguirà Obama – come, ahinoi, non c’è ragione di dubitare – Biden varerà senza tentennamenti. Si profilano insomma tempi difficili, per chiunque abbia a cuore i principi non negoziabili di ratzingeriana memoria. La sola consolazione, in questo quadro certo non confortante, viene dalla Corte Suprema Usa dove, con l’ascesa della cattolica Amy Barrett, i conservatori sono oggi larga maggioranza, 6 contro 3.
Potrebbe insomma venire dalla Corte Suprema, nei prossimi anni, la vera opposizione a Joe Biden. Sarebbe, in questo senso, l’ultima grande eredità di una presidenza pro life quale invece è stata, senza dubbio, quella di Donald Trump.