Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2020 sono sempre più vicine e, seppur ancora senza troppi colpi di scena, vanno avanti le strategie di quelli che si preannunciano i candidati tra le fila dei Democratici. Tra loro c’è anche Bernie Sanders, già candidato alle primarie del Partito Democratico nel 2016 e uscito da quella tornata elettorale sconfitto alle spalle di Hillary Clinton.
Adesso Sanders è tornato alla carica, in particolare sul tema dell’emergenza del cambiamento climatico, con delle affermazione che hanno – a ben vedere – scatenato numerose polemiche. Secondo l’esponente dem, infatti, un ottimo metodo per affrontare l’emergenza clima è quello di una politica di controllo delle nascite. «Le donne», ha affermato, come riporta anche Rai News «hanno diritto al controllo del proprio corpo e a decidere sulla riproduzione. L'aumento della popolazione può aggravare la situazione ambientale? Penso di sì». E ha poi aggiunto che «E' ingiusto negare il diritto all'aborto».
L’attuale senatore democratico ha inoltre dichiarato, nel corso di una una tavola rotonda sul global warming organizzata dalla Cnn che, se diventerà presidente, «sosterrà con forza il controllo della popolazione, soprattutto nei paesi più poveri».
Per quello che sembra essere il candidato di punta dei Democratici, quindi, la soluzione all’emergenza dell’ambiente è quella di farla finita con chi quell’ambiente lo abita e lo popola. Non bisognerebbe più fare figli, dunque, per non pesare sul nostro Pianeta. Una politica, però, che rischia di portare alla deriva la demografia dei vari Paesi, nonché l’economia, con la mancanza di una generazione futura che possa prendere il posto di quelle precedenti.
di Salvatore Tropea