La Buona Notizia di oggi ci parla di altruismo, ma anche di scienza buona e di speranza.
Protagonista una donna sudamericana residente a Milano: dopo un aborto spontaneo, rimane incinta una seconda volta e decide di farsi seguire dal Policlinico di Milano. Qui i dottori scoprono subito che «qualcosa non va: la donna – scrive Il Corriere – ha sviluppato degli anticorpi che aggrediscono i globuli rossi del feto. Questo perché ha un tipo di sangue molto raro, che si chiama “fenotipo Rh deleto”: si tratta di una condizione che varia molto in base alla popolazione, ma che comunque si verifica in meno dello 0,2-1% dei casi».
Dopo otto settimane di monitoraggio, la bimba mostra segnali di anemia. Serve un donatore per fare trasfusioni direttamente in utero. E la Buona Notizia è che il donatore, seppur così raro, è stato trovato – dal momento che era registrato in quanto donava il sangue periodicamente all’Istituto Nazionale Tumori – e la trasfusione è stata fatta, con grande beneficio per la bambina. E qui troviamo una seconda e terza “Buona Notizia”, come annotavamo in apertura: non solo, infatti, la scienza ha dimostrato di saper agire in favore della vita anche quando è ancora piccola e indifesa nel grembo materno (propria là dove, troppo spesso, viene uccisa); e questa vicenda è anche un inno alla speranza: la vita è speranza.
La bambina è stata fatta nascere con taglio cesareo alla 35esima settimana di gravidanza, senza bisogno di ulteriori trasfusioni: lei e la mamma stanno benissimo.
Seppure la nostra speranza sia che tutti i bambini possano nascere in salute e le loro mamme avere gravidanze fisiologiche e serene, la realtà dei fatti ci dice che non sempre è così: questi casi, tuttavia, speriamo di poterli commentare – come oggi – in una Buona Notizia.
A domani, con un’altra Buona Notizia!
Redazione
Fonte: Il Corriere della Sera
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