Il dibattito internazionale sull’aborto potrebbe riaccendersi a causa di bambini come Arthur Brumby, la cui piccola vita è cominciata solo 23 settimane dopo il concepimento (la gravidanza normalmente ne dura 40).
Il Regno Unito e un certo numero di stati federati in America proibiscono l’aborto dopo 24 settimane, perché è considerata l’età gestazionale oltre la quale i bambini restano in vita fuori dal grembo materno.
Tuttavia, la medicina moderna attesta che ormai i bambini sopravvivono anche a 22 settimane.
A Nottingham, Arthur è nato il 31 ottobre, a 23 settimane di gravidanza, non pesava neanche 600 grammi, ed è stato immediatamente ricoverato nell’unità di terapia intensiva neo-natale.
Ha affrontato subito grandi problemi nella sua piccola vita, dovendo lottare contro i numerosi problemi che affliggono i bambini prematuri; ma i suoi genitori hanno capito subito che era un combattente coraggioso.
I medici sono ottimisti, e questa di per sé è una gran Buona Notizia, anche se i genitori sanno che dovranno festeggiare il Natale in ospedale, con il loro bambino.
I prolife inglesi, sulla base della vita di bambini molto prematuri come Arthur, sollecitano la riduzione del limite di tempo per l’aborto legale. Essi sanno che ogni vita umana ha valore sommo dal concepimento alla morte naturale, ma una completa penalizzazione dell’aborto sembra al momento altamente improbabile, mentre esiste un precedente legale e un forte sostegno dell’opinione pubblica al divieto di aborto dopo il limite indicato per l’inizio di una vita autonoma fuori dal grembo.
Redazione
Fonte: LifeNews
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