La Buona Notizia di oggi è che la vita vince ancora e continuerà a farlo attraverso iniziative importanti come quella dei “40 Giorni per la Vita”, grazie alla quale, oggi – annuncia LifeSite -, 14.000 bambini sono stati salvati dall’aborto.
A quarant’anni dalla sentenza della Corte Suprema americana sul processo “Roe v. Wade” e dall’approvazione della nefanda Legge 194 in Italia, quest’anno, l’aborto è diventato la principale causa di morte nel mondo, mettendo fine alla vita di 40-50 milioni di bambini ogni anno (circa 125.000 al giorno) e danneggiando milioni di donne – e uomini.
Ma in questo panorama terrificante, chi scommette sulla vita e si impegna concretamente a difenderla sta dando una nuova speranza a numerosi bambini e sta cambiando la vita di tantissime persone.
Il tutto ha avuto inizio con un ora di preghiera in Texas nel 2004, per poi diventare 40 giorni ed oggi vi hanno aderito già 50 Stati, tra cui l’Italia, dove, a Roma, è stata organizzata dai giovani degli Universitari per la Vita.
“40 Days for Life” ha mobilitato oltre mezzo milione di volontari in 481 città di tutto il mondo, oltre 75 persone che hanno praticato aborti hanno lasciato quello sporco lavoro, 25 cliniche abortiste hanno chiuso ed ora ci giunge la notizia che il numero di bambini salvati ammonta a 14.000.
Ma all’iniziativa prendono parte solo i pro life cristiani? Assolutamente no. E questo perchè è la stessa scienza ad affermare che la vita umana ha inizio nel concepimento. Di conseguenza, non serve necessariamente la fede per affermare con certezza che l’aborto è un omicidio.
I successi delle battaglie pro life sono dunque un forte segno di civiltà contro le indecenze criminali di chi vuol togliere la vita a bambini innocenti e spacciare questo per “progresso”.
Luca Scalise
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