La Buona Notizia di oggi darà fastidio a molti, perchè è l’ennesima che fa crollare il mito del “non è altro che un grumo di cellule“. La piccola Hailie Dillion – racconta un articolo di LifeNews – è una bellissima bambina nata ( e sopravvissuta) un giorno prima del limite massimo stabilito per abortire in Inghilterra, che è 24 settimane.
Sua madre, Price, aveva temuto il peggio quando, già alla ventesima settimana, aveva perso il tappo mucoso del canale cervicale.
Dovette così lasciare l’isola di Wight, dove viveva, perchè l’ospedale locale non disponeva della possibilità di effettuare trattamenti sui nati prematuri, partì per la terraferma e si recò presso il Royal College of Obstetricians and Gynecologists.
Questo viaggio, nonostante le poche speranze di sopravvivenza, riuscì a salvare la bambina, che nacque esattamente a 23 settimane e sei giorni, il 23 febbraio 2017, con grande sorpresa per ginecologi ed ostetrici che ebbero a definire il caso di Hailie come una «grande sfida medica ed etica».
Alla nascita, la bambina era così piccola che si poteva addirittura vedere attraverso la sua pelle, ma tutt’altro era che un “grumo di cellule“, era una bambina vera e propria... la guardino gli abortisti, se hanno il coraggio! Tante altre bambine come lei sono state uccise, perché fino a 24 settimane non sono considerate “persone”.
Adesso ha un anno e sta bene, dopo aver combattuto con un polmone collassato ed altri disturbi. Il suo caso si aggiunge ai tanti altri casi di nati prematuri e mostra quanta falsità c’è nel dire che quelli abortiti non sono davvero bambini.
Luca Scalise
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