Un uomo canadese che ha abusato sessualmente di sua figliastra e ha cercato di abusare sessualmente altre giovani è stato “coperto” dalla clinica dove ha portato la ragazzina per l’aborto.
Purtroppo episodi del genere si sono verificati anche in passato: l’aborto è un totem sacro e inviolabile, anche quando arriva una minorenne, una ragazzina, ai genitori non si deve dir niente. E se anche la ragazzina è accompagnata da qualcuno molto più grande di lei, ci si coprono gli occhi, le orecchie e la bocca e invece di segnalare la “strana coppia” alle autorità, le cliniche, dopo l’aborto, riconsegnano la ragazzina nelle mani dell’orco.
La notizia ultima è della CBC: l’uomo in questione, alla fine, è stato condannato a 16 anni di carcere. Abusava della figliastra a Newfoundland, fin da quando frequentava la prima media. Nel 2011, la ragazzina è rimasta incinta e lui l’ha portata in una clinica per l’aborto. Lì non le è stata rivolta una domanda, né fatta parola sulla gravidanza né le è stata offerta alcuna alternativa all’aborto. Né la cosa – come dicevamo – è stata segnalata alla polizia.
L’uomo, quindi, ha continuato ad abusare della poveretta e le ha fatto subire un secondo aborto l’anno dopo, a Winnipeg.
Nel 2012, l’uomo è stato finalmente arrestato, quando ha cercato di aggredire sessualmente un’amica della sua figliastra, di 13 anni: la madre è corsa in aiuto e lui le ha aggredite entrambe con una spranga di ferro.
Altri casi in cui le cliniche per l’aborto (della Planned Parenthood)hanno di fatto coperto l’abuso e lo stupro, anche pedofilo, sono stati accertati in California, in Indiana, in Ohio (per approfondire, leggere qui): chissà quanti, anche qui in Italia, non sono mai venuti alla luce: soprattutto perché – di fatto, e in barba al disposto della legge 194 – le minorenni qui da noi possono facilmente abortire anche senza che i genitori vengano a saperne niente.
Redazione
Fonte: LifeNews
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