28/08/2018

La mamma rifiuta l’aborto eugenetico e Zoie nasce sana

Felonee Joo era una studentessa di 16 anni quando, nel 1999, rimase incinta del suo primo figlio che, nonostante la paura e l’imprevisto, accolse coraggiosamente senza mai pensare all’aborto. Oltre 15 anni e 5 figli dopo, si è trovata di fronte a un’altra gravidanza molto difficile. Le è stato detto che la sua bambina Zoie aveva una malattia genetica, a causa del fluido che si poteva osservare attorno alla nuca. I medici consigliarono ovviamente l’aborto; lei ha rifiutato, ha fatto i necessari esami del sangue, e il risultato ha rivelato che la bimba non aveva alcun  disturbo. Ma non finisce qui.

I medici hanno poi diagnosticato a Zoie una malattia cardiaca letale, dicendo che non sarebbe sopravvissuta alla nascita. Come se non bastasse, osservarono che anche solo la malattia ai reni della mamma sarebbe stata una valida ragione per abortire, dal momento che le riduceva del 50% la possibilità di sopravvivere alla gravidanza. Insomma, mentre le diagnosi si sommavano una all’altra, Joo e suo marito andavano avanti soprattutto grazie alla loro fede in Dio. «Quando abbiamo scoperto di aspettare  Zoie,  abbiamo messo il 100% della nostra fede in Lui perché era l’unica Persona che conosceva il risultato, indipendentemente dal modo in cui sarebbe andata», ha detto Joo a LifeNews.

La decisione di continuare la gravidanza è stata poi anche causa di conflitto con la famiglia di lei, che l’ha definita egoista, come se, con tutte queste probabilità contro la salute della figlia, avesse voluto cocciutamente procedere solo perché non abbastanza matura da “lasciarla andare” (come spesso si sente dire). I parenti in fondo non capivano «perché non potesse semplicemente abortire il suo sesto figlio».

La realtà è che Zoie è nata a settembre 2016 con uno stato di salute perfetto, senza ritardi, problemi cardiaci o altri problemi di salute. Sono numerosissimi i casi di diagnosi infauste rivelatesi errate e di genitori che, senza dare ascolto a certi ignobili consigli, hanno dato alla luce, contro ogni umana speranza, dei figli sani. Eppure tanti, invece, si lasciano convincere a porre fine alla vita dei loro piccoli in nome di una falsa pietà, quando potrebbero e dovrebbero “accompagnarli” fino alla fine dei loro giorni (o delle loro ore), che è la missione di ogni genitore.

Redazione

Fonte:
LifeNews

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