I canadesi stanno entrando in un nuovo territorio del “diritto di morire”, iniziando un dibattito per spingere il Parlamento a consentire ai minori e ai malati di mente di terminare la propria vita con l’aiuto di un medico. A cavallo delle feste natalizie, il governo liberale ha ricevuto tre relazioni di esperti del Consiglio delle Accademie canadesi che hanno esaminato la possibilità di estendere l’assistenza medica nella morte (Maid) ai minori “maturi” – le persone sotto i 18 anni considerate dai medici essere in grado di dirigere le proprie cure – alle persone con problemi psichiatrici e a quelle che fanno richiesta in anticipo. Le relazioni non offrono raccomandazioni specifiche, ma hanno lo scopo di guidare la discussione su potenziali cambiamenti legislativi. La Conferenza dei vescovi cattolici ha affermato che la Chiesa è contro tutte le forme di morte assistita e suicidio, definendola «contraria alla più profonda inclinazione naturale di ogni essere umano a vivere e preservare la vita».
«Espandere l’eutanasia e il suicidio assistito per includere minori, malati mentali e direttive anticipate, sarebbe una grave tragedia per tutti i canadesi», ha detto la portavoce Lisa Gall in un comunicato. Anche la Fellowship Evangelica del Canada avverte che anche le misure di salvaguardia più severe non eliminerebbero i “rischi inaccettabili”, se fossero estesi a minori maturi o a persone con problemi psichiatrici. «Al contrario, crediamo che il nostro obiettivo come canadesi debba essere quello di estendere e migliorare la disponibilità di cure palliative di alta qualità per i pazienti che affrontano una malattia terminale, o che sono prossimi alla fine della vita, oltre a migliorare la disponibilità e la qualità del trattamento per le persone che soffrono dalla malattia mentale», ha detto la direttrice della politica pubblica Julia Beazley in una dichiarazione.
Luca Volontè