Dall'inizio alla fine del quinquennio di Emmanuel Macron, la maggioranza sta dimostrando un forte spirito anti-famiglia, anche se la famiglia è il primo ammortizzatore della crisi sanitaria, economica e sociale e da essa dipende il dinamismo demografico che assicura il futuro alla stessa Francia.
Affermando che non condivide "né l'approccio né lo spirito" del progetto di legge presentato dal senatore centrista Olivier Henno sull'universalità degli assegni familiari, il segretario di Stato del Governo Macron, Adrien Taquet, attacca proprio le famiglie che dovrebbe difendere. Con questo ultimo episodio, l’amministrazione Macron è il perfetto erede della 'famigliofobia' che ha caratterizzato il quinquennio di François Hollande. In un paese in cui il potere d'acquisto è diventato uno dei temi principali della campagna elettorale, le vecchie divisioni si stanno riaccendendo. Macron, infatti, assomiglia sempre più ad Hollande e vuole affondare proprio quella proposta di legge che ripristinerebbe l'universalità degli assegni familiari e, con esso, il famoso splitting che aveva favorito, sino all'elezione di Hollande e Macron, un alto tasso di nascite in Francia.
Ebbene, proprio a causa della opposizione del governo Macron, la proposta di reintrodurre l'assegno universale familiare non potrà essere discussa nello scorcio finale di questa legislatura, nonostante il calo della natalità francese che perdura fin dal 2015. Si tratterebbe di una misura importante, se pensiamo che l'universalità degli assegni familiari è stata inserita nei programmi elettoraili di vari candidati di destra e del centro: Valérie Pécresse, Marine Le Pen, Eric Zemmour, Nicolas Dupont-Aignan.
La Associazione 'Manif pour Tous', con la sua fondatrice e presidente Ludovine de La Rochère, ha reagito duramente a questa ennesima presa di posizione anti famiglia di Macron: «Rifiutando di mettere all'ordine del giorno dell'Assemblea Nazionale il disegno di legge Henno sull'universalità degli assegni familiari, nonostante sia stato approvato in prima lettura dal Senato – ha affermato - il governo conferma ancora una volta la sua ideologia anti-famiglia. Se il popolo francese è favorevole alla famiglia perché è il primo luogo di accoglienza, di solidarietà, di educazione, di dignità e il motore dell'economia, le politiche pubbliche ambiziose devono sostenerla. Le posizioni su questo tema rivelano il nucleo della visione dei candidati per la società di domani. La famiglia comincia così a imporsi nella campagna. Questo è almeno ciò che questa proposta avrebbe ottenuto, anche se è stata spazzata via dal governo».