Lo scorso settembre è stata presentata in seno alla Regione Lazio la proposta di legge regionale n. 46 del 18 luglio 2023, concernente "Istituzione della Festa regionale dei figli", di iniziativa del consigliere Orlando Tripodi. Nelle scorse settimane l’iter della proposta è andato avanti, in particolare con la presentazione in I Commissione (Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia) presieduta da Flavio Cera e con le audizioni di soggetti, istituzioni, enti e associazioni a vario titolo interessi alla legge.
Tra gli auditi anche Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus e Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus. Riportiamo di seguito i loro interventi integrale
COGHE:
Speriamo che sia presto inaugurata la festa regionale dei figli speriamo di poterla anche però celebrare il più a lungo possibile. Anche se i dati a disposizione non depongono a favore come sapete siamo nel pieno dell'inverno demografico e il Lazio è tra le regioni più interessate. Il report annuale Istat 2023 fissa in 1,16 il numero medio di figli per donna nel Lazio, peggio della media nazionale, ferma a 1,24. Solo sei regioni in Italia hanno registrato una fertilità più bassa nel corso del 2022.
Siamo d’accordo quindi con l’istituzione di questa festa, ma se non facciamo più figli, ahimè, avremo ben poco da festeggiare nei prossimi anni. Quindi bisogna fare figli. Fare figli è una cosa bella. Non c’è nulla di più di innovatore e “progressista” che i figli, cioè persone diverse dagli stessi genitori, che hanno un pensiero differente?
Per questo credo anche che non ci sia festa più inclusiva di questa: tutti noi siamo figli, ognuno di noi è figlio.
Però per quanto sia importante che la società festeggi il figlio, è talmente importante il ruolo dei genitori, che anche nel festeggiare e celebrare i figli la società deve passare attraverso il consenso e la responsabilità dei genitori.
La proposta, all’interno della Festa Regionale dei Figli, di un premio consistente in una Borsa di Studio o nell’attribuzione di un voucher per un corso di formazione professionale è un segnale importante è un premio alle azioni che viene dato ai ragazzi. Un riconoscimento concreto agli sforzi che questi ragazzi compiranno che mostrerà loro di essere tornati - speriamo - al centro degli sguardi degli adulti.
Importantissimo, infatti, dal punto di vista dello sviluppo e crescita psicologica della persona, sapere che qualcuno ti riconosca e dia valore alle azioni meritevoli e socialmente utili, offrendo una gratificazione che altro non è che un rinforzo positivo che in questo quadro di disagio giovanili è fondamentale.
Tutti abbiamo bisogno che le nostre emozioni e le nostre azioni vengano riconosciute, anche da adulti, proprio perché tale azione rivela, in qualche modo, il nostro valore. Alla base del riconoscere e del rinforzare positivamente un’azione c’è il concetto chiave che le nostre azioni possono apportare grandi benefici, non solo alla persona che le compie ma anche per il luogo, l’ambiente in cui viviamo e per la società in generale. Di questo, spesso, non si è abbastanza consapevoli. Viviamo in una società deresponsabilizzata, e quanto è importante restituire ai nostri ragazzi questa responsabilità e incentivarla: usare la propria libertà per fare del bene a loro e alla società intera.
RUIU:
Sono Maria Rachele Ruiu, counsellor professionista socio educativa, laureata in psicologia, e referente di Generazione famiglia, associazione di genitori, nonni, esperti, educatori e insegnanti, riconosciuta dal Ministero della Istruzione e del merito, braccio oeprativo nel mondo della scuola di Pro Vita e Famiglia.
Il nostro motore di azione è dovere, anzi volere prendersi cura dei bambini e dei ragazzi, e custodire così il nostro futuro.
Proprio per questo salutiamo con favore la proposta di legge N. 46 del 18 luglio 2023 di iniziativa del consigliere Tripodi “Istituzione della festa regionale dei figli”.
Sempre più ragazzi, ascoltando le sirene di un mondo che sembrerebbe trascinarli nel baratro, sono confusi; sempre più ragazzi sembrano incapaci di cercare, trovare e agire per raggiungere il loro sogno e portare il loro contributo unico e irripetibile nella storia del mondo.
I recenti fatti di cronaca ci restituiscono uno sguardo impietoso: a causa dei cellulari, dei tablet, dei social media, a qualsiasi ora i nostri figli sono a contatto con ideologie che strappano loro il senso della vita.
E in un momento in cui i figli sono raccontati dai media, dalla stampa, dalla politica solo come “spesa”, come ostacolo alla realizzazione professionale delle donne, per esempio, uno sguardo sui figli privilegiato, quale ha questa proposta di legge, è un bene.
Una festa che dica ai nostri figli “tu esisti”.
E’ bello ricordare insieme che accogliere figli è un bene che porta benessere a noi, genitori, ma anche a tutta la società,. Ed è importante oggi come non mai restituire ai nostri figli questo sguardo privilegiato, che doni loro una certezza: tu esisti e la tua esistenza è un bene incondizionato. Non esisti per riempire i miei buchi affettivi, nè per realizzare i miei sogni di felicità, o peggio come inciampo per la mia felicità.
Siamo in un tempo in cui l’emergenza educativa ci obbliga a interrogarci, a prescindere dalle istanze politiche di ciascuno di noi: siamo davanti ad una sfida alla quale nessuno può e deve tirarsi indietro. La nostra società, infatti, vive la rottura dei legami, che spinge sempre di più a vivere come monadi, individui soli, con la conseguenza di portare ai nostri giovani una incertezza sulla propria identità che gli impedisce innanzitutto di entrare in relazione con l’altro autenticamente, ma anche e soprattutto di orientare la loro vita, e scegliere per loro e per la società “il sogno”, il compito per cui sono al mondo.
E proprio questa società che confonde la libertà con libertarismo ha bisogno di uno sguardo diverso sui figli: uno sguardo che resituisca loro la libertà di riconoscersi ed essere riconosciuti, la libertà anche di essere capaci a mettere un limite al godimento, di orientare le proprie pulsioni, perché ritrovare il desiderio; la libertà di scegliere, e riconoscendo le proprie potenzialità, scoprire i desideri più profondi; la libertà di rispondere alla propria vocazione, riconoscendo la propria identità; la libertà di muoversi per il bene, e riconoscere in questo bene la possibilità di essere felici.Allora se siamo in crisi, come abbiamo detto, abbiamo una opportunità: crisi, infatti in greco Krisis, vuol dire scelta decisione: Abbiamo l’opportunità di ridecidere lo sguardo sui figli. E quindi equipaggiarci per poter affrontare questo percorso che non sarà semplice, ma ricco.
In sintesi donare ai ragazzi la libertà di assumersi la responsabilità per il futuro.
Oggi la cultura che disincarna corpi e cervelli sta allontanando i nostri giovani dal peso della libertà, che non è fare quello che vuoi, ma è muoversi per coltivare un destino, e la responsabilità di sceglierlo, anche rinunciando.
Per questo questa festa dei figli ha ragione di essere perchè incarna questo sguardo privilegiato sui nostri figli e invia loro due messaggi necessari:
“TU ESISTI, e siamo felici che ci sei”, per questo indiciamo una festa;
“TU PUOI ESSERE ARTEFICE DEL TUO DESTINO, puoi prendere in mano la tua vita, assumerla, orientarla verso un sogno e farne un capolavoro, con libertà e responsabilità di muoverti per il bene”, per questo il premio.
Quanto è importante restituire nelle mani dei nostri figli questa libertà di muoversi per il bene, quanto è importante il messaggio che la storia che è stata, magari con ingiustizie, non va per forza subita, ma può essere assunta, può essere un volano per il bene. Ed io adulto te lo riconosco: riconosco te e il bene che puoi fare.
Importantissimo ascoltare e rispodnere a questo bisogno di riconoscimento che hanno i ragazzi (e tutti noi adulti): bisogno di essere visti, di amare, di sapersi amati, e di riconoscere quindi di saper amare, di sapersi muoversi per amore.
Quando le virtù e le capacità della persona sono riconosciute, infatti, l’autostima emotiva, l’autoefficacia percepita nel lavoro, studio, le prestazioni, le relazioni sociali, lavorative, ecc. vengono rafforzate in modo sano.
Tutti abbiamo bisogno che le nostre emozioni e le nostre azioni vengano riconosciute, anche da adulti, proprio perché tale azione rivela, in qualche modo, il nostro valore, in un circolo virtuoso che quando riconosce il mio valore e il bene che apporto, mi gratifica e mi spinge a continuare a cercarlo.
Alla base del riconoscere e del rinforzare positivamente un’azione c’è il concetto chiave che le nostre azioni possono apportare grandi benefici, non solo alla persona che l’agisce ma anche per il luogo, l’ambiente in cui viviamo e per la società in generale.
Se un obiettivo oggi è promuovere la coesione sociale, incentivare le buone azioni è una buona strada, un moltiplicatore virtuoso, un circolo virtuoso a beneficio dei singoli, e anche della società. Se infatti ci sono azioni che hanno una ricaduta individuale, se sono buone, hanno con sè un valore che diventa sociale. (Per esempio un studente che supera gli esami con profitto oltre a portare beneficio a se stesso contribuisce alla crescita culturale della società a cui appartiene).
Perchè il premio sia un riconoscimento di questa gratificazione e non la gratificazione stessa è importante una cornice di senso che ci restituisce che una buona azione prima di tutto porta felicità a chi la compie. Quanti di noi hanno vissuto la gratificazione di aver aiutato una persona in difficoltà? Non si tratta, infatti, di ‘ricompensare’ perché allora si rischierebbe di assimilare il valore del servizio al suo prezzo, ma di riconoscere il bene che ne è scaturito. In caso contrario si correrebbe il rischio di innescare un meccanismo per cui il premio non è più riconoscimento ma l’obiettivo.
Premiare un’azione socialmente utile infatti oltre a riconoscere e a rispondere a quella domanda di prima “io esisto? io valgo la pena?” incentiva altre persone, altri figli, a compiere la stesa azione, e la società tutta può trarre vantaggio da questo circolo virtuoso, che promuove e favorisce buone azioni.
Il premio, in questo caso, all’interno di specifiche candidature, è una modalità di valorizzare quelle azioni individuali o di gruppo che apportano benefici alla società, così da incentivarle.
Questa proposta, ci pare un buonissimo passo per ritornare a guardare i nostri figli come persone prodigiose e artifici di un futuro migliore, per loro, ma anche per tutta la società.
Emendamenti suggeriti:
- Art. 2 comma 2: anticipare la premiazione perché possa essere svolta all’interno dell’anno scolastico;
- Art. 2 comma 3: sostituire “le scuole pubbliche e private” con le scuole pubbliche, statali e paritarie, e private;
- Art. 3 comma 1: sostituire “da attribuire alle ragazze o ai ragazzi in età scolare fino alla scuola secondaria superiore o iscritti all’università negli anni di corso prescritti ed in regola con il pagamento delle tasse universitarie” con “da attribuire alle ragazze o ai ragazzi in età scolare fino alla scuola secondaria superiore”
- Art. 3 comma 2: circostanziare le candidature e le motivazioni delle candidature.