Nell’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha preso una netta posizione a favore della vita e contro le pratiche abortiste.
«Come molte nazioni che sono rappresentate qui oggi» ha detto «noi in America crediamo che ogni bambino, nato e non nato, sia un dono sacro di Dio». Trump ha inoltre ricordato il principio di sovranità di ogni Stato in riferimento all’aborto. Nel 1994, infatti, al Cairo, il Programma d’azione della Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo stabilì che in materia di interruzione di gravidanza qualsiasi legge o provvedimento che riguardi quindi il sistema sanitario nazionale può essere determinata solo dallo Stato stesso, quindi a livello nazionale o locale.
Durante l’ultima Assemblea, però, secondo quanto riportato dal sito Direttanews.it, i sostenitori dell’aborto avrebbero spinto per includere le spese dell’interruzione di gravidanza all’interno dell’assistenza sanitaria di base. Inoltre è stata presentata una richiesta per garantire entro il 2030 l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva.
Una posizione contestata, appunto, dal presidente statunitense Trump, ma anche dal Cardinale Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin. «Il diritto alla salute» ha detto «è universalmente riconosciuto come un diritto umano fondamentale. Ed è inteso come comprendente la salute della persona nel suo insieme e di tutte le persone durante tutte le fasi di sviluppo della loro vita. Il diritto alla salute è quindi indissolubilmente legato al diritto alla vita. Non può mai essere manipolato come una scusa per porre fine o disporre di una vita umana dal concepimento fino alla morte naturale».
Fonte: Direttanews.it