Il quoziente familiare per aiutare la famiglia, e quindi la natalità. Ma non solo. Il vice premier Salvini ha annunciato l’inserimento di altre misure pro family nel prossimo Def, frutto del lavoro sinergico con Lorenzo Fontana (d’altronde un Ministero dedicato alle Disabilità e alla Famiglia è già di per sé una precisa presa di posizione e un investimento della Lega sui nuclei familiari e sulle fasce deboli della società). Pro Vita Onlus ha intervistato l’economista e docente alla Link Campus University di Roma, Antonio Maria Rinaldi, che da padre di un ragazzo disabile si è detto grato per l’attenzione sulla disabilità riservata nella Manovra e ha analizzato per noi l’importanza di intervenire sul benessere economico reale delle persone.
Il Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana ha rilanciato ieri l’annuncio del Ministro Salvini su “aumento delle pensioni di invalidità, quoziente familiare e premio alle famiglie numerose con contributo alla natalità” nella Manovra. Un segnale che sottolinea un ulteriore cambiamento rispetto alle tendenze economiche europee.
Da padre di un figlio disabile al 100% non posso far altro che ringraziare per il lavoro del ministro e l’annuncio del vice premier, perché conosco molto bene il mondo della disabilità e lo stato di completo disimpegno da parte dei precedenti governi su questo tema. La considero una piccola compensazione rispetto a ciò che grava sulle famiglie che hanno all’interno un disabile e che finora non sono state assistite come uno Stato dovrebbe fare. Non è mai stato fatto niente, finalmente si ricordano di loro.
Da economista e professore come ritiene l’inserimento del quoziente familiare, in che misura è un intervento legato alla crescita del Paese?
È giustissimo inserirlo, perché qui in Italia finora non si sono perseguite politiche per sostenere le famiglie, neanche con un reddito aggiuntivo. Questo ha prodotto una denatalità altissima. D’altronde siamo arrivati al punto che una giovane coppia ha paura di fare figli perché non ha la certezza del futuro. Un figlio costa, costa all’inizio e sempre di più. Il fatto di avere un sostegno fiscale rappresenta sicuramente un ottimo stimolo. A meno che non vogliamo sostituire definitivamente i figli coi flussi migratori. E’ opportuno e giusto dare prima una chance alle famiglie italiane.
Draghi è salito al Colle. C’è chi già tratteggia scenari apocalittici per l’Italia con i risparmi in fumo...
Credo che si ci fosse anche il minimo pericolo di default la lo spread non sarebbe a 280 ma a 3000. Ritengo si tratti di incontri di routine. Draghi come presidente della Bce mette al corrente il Capo di Stato anche sull’operazione del Quantitive Easing che in questi 3 anni ha consentito di avere lo spread basso. Siccome terminerà a dicembre, aumenterà, come è scontato. Ma se Draghi va da Mattarella manifestando le sue paure, allora nel 2011, quando lo spread con Monti stava a 500, ci sarebbe dovuto andare tutti i giorni.
Un’ultima riflessione. L’austerità ha prodotto una catastrofe economica, oltre che uno sgretolamento della coesione sociale. Quanto è importante che il governo mantenga la barra sulle esigenze reali del Paese?
L’establishment ancora non si capacita che se la governance europea non è riuscita a rispondere alla legittima istanza della popolazione in termini di lotta alla disoccupazione, crescita, sostegno alle fasce sociali più deboli, è giusto che ci pensi il governo. I giallo verdi fanno il loro dovere ed è un diritto dei cittadini che loro ci pensino. L’Europa si è dimenticata delle persone e delle famiglie. Padre, madre e due figli non hanno avuto niente da questa Europa, le piccole imprese fanno l’Italia, e se non supportate rischiano l’estinzione. Solo i cosiddetti populisti lo hanno capito. E noi li ringraziamo.
Marta Moriconi