Sono molte le associazioni che, dal punto di vista professionale, offrono importanti contributi sul piano etico e morale. Tra queste anche Avvocatura In Missione, formata prevalentemente da avvocati, magistrati, funzionari pubblici, politici e laureati in giurisprudenza. In queste ultime settimane, inoltre, l’associazione è stata in prima linea sul tema del fine vita, dunque sull’eutanasia e sul suicidio assistito, come ha spiegato a Pro Vita & Famiglia il presidente di Avvocatura In Missione, l’avvocato Anna Egidia Catenaro.
Quali sono le attività e la mission della vostra associazione?
«La nostra associazione è nata a Roma nel 1999 in occasione della preparazione dell’anno giubilare ed in risposta all’esortazione di Giovanni Paolo II di portare Cristo nel proprio ambiente di lavoro. È formata in prevalenza da avvocati, aagistrati, aunzionari pubblici, politici, laureati in giurisprudenza. Dunque dagli addetti ai lavori. Negli ultimi anni, inoltre, si è andata diffondendo in altre città come L’Aquila, Pescara, Lanciano, Napoli, Arezzo, Milano, Piacenza, ma anche all’estero come Parigi dove sono sorte piccole equipe di preghiera e di evangelizzazione. Il nostro obiettivo è appunto quello, tramite eventi, convegni, momenti di preghiera e di spiritualità, di farci missionari sul luogo di lavoro e dunque portare le nostre istanze etiche, soprattutto su temi che riguardano la vita come per esempio l’aborto, le relazioni matrimoniali e familiari, i divorzi e, soprattutto negli ultimi mesi, l’eutanasia e il suicidio assistito».
Quali sono dunque i temi e le istanze che portate avanti con le vostre attività?
«Sicuramente il primo tema è portare il Vangelo nel nostro lavoro, quindi i principi di giustizia e di verità. Dopodiché, come dicevo, abbiamo svolto molti eventi sul diritto alla vita, sul problema dell’aborto, ma anche delle carceri. Abbiamo trattato anche la nullità matrimoniale per aiutare le famiglie e i matrimoni in difficoltà e, dove possibile abbiamo proposto momenti di discernimento. Da ultimo stiamo illustrando il problema giuridico (e non solo giuridico) che sussiste a seguito dell’ordinanza della Corte Costituzionale sul tema dell’eutanasia e del suicidio assistito. In tutte le nostre attività, inoltre, noi proponiamo sempre un momento di formazione giuridica ma anche spirituale, con la presenza di un teologo affiancato a relatori di eccellenza.».
Proprio su questo ultimo fronte, qual è la vostra posizione in merito?
«Nell’ultimo convegno che abbiamo organizzato, qualche giorno fa a Salerno, abbiamo invitato anche dei politici, in particolare un esponente del Movimento 5 Stelle e un esponente di Forza Italia per far interloquire le varie posizioni. Come associazione noi riteniamo che la Consulta abbia effettuato un vero e proprio straripamento di potere, perché si è avvalsa di prerogative e di poteri che non gli sono propri. Dal Comunicato Stampa che abbiamo visto tutti si evince che la Corte abbia legiferato in senso vero e proprio, mettendo dei paletti al Parlamento. Noi sappiamo che però esiste la ripartizione dei poteri, quindi c’è stata una vera e propria invasione di campo. Secondo noi il Parlamento farebbe bene a non emettere nessuna legge perché così si riprenderebbe totalmente il suo potere, il potere che gli spetta. In caso contrario si tratterebbe di un’assoluta mancanza di democrazia».
di Salvatore Tropea