In certi paesi ed in particolare in Canada, negli ultimi mesi alcuni casi particolarmente drammatici hanno riacceso le polemiche sul suicidio assistito. Ad esempio è emerso che ad alcuni soldati canadesi era stato offerto il suicidio assistito come soluzione per lo stress post-traumatico e che lo stesso era stato fatto anche nel caso di pazienti vittime di bullismo e di senzatetto disabili.
Questi casi particolarmente disturbanti hanno creato un certo clamore mediatico, ma alcuni analisti pro-eutanasia hanno subito affermato che questi suicidi causati dalla povertà e dall’abbandono non indicano che ci sia un problema con le legge che permette il suicidio assistito, ma evidenziano quello che per loro è il vero problema: l'inadeguatezza del welfare state. Per loro questo morti sarebbero una "leva straordinaria" per esercitare pressioni per migliorare il welfare.
Davanti a simili interpretazioni diventa necessario ricordare che non è la povertà a rendere abominevole l'eutanasia: l'eutanasia è abominevole di per sé.
La povertà mette in luce il problema dell'eutanasia in modo particolarmente evidente. Ma la povertà non è la causa di questo problema (e anche eliminare del tutto la povertà non lo risolverebbe in alcun modo). Finché ci sarà l'eutanasia legale basata su criteri medici, ci saranno uccisioni discriminatorie che sono di per sé inaccettabili.