17/03/2019

L’Irlanda e il liberalismo imperante

L’Irlanda non si ferma più nella sua campagna di laicizzazione e ingegneria sociale e culturale anti cattolica. Dopo i referendum degli scorsi anni, nel 2016 a favore del matrimonio gay e nel 2018 a favore dell’aborto e dell’abolizione del reato di blasfemia verso il Dio cristiano, il prossimo maggio i cittadini irlandesi voteranno certamente anche sul referendum che velocizza e facilita il divorzio nel Paese. Passi cruciali affrontati sull’onda e forse per effetto di una malsana voglia sentimentale di modernità e di avanguardismo.

In questi giorni, la Commissione per l’Educazione del Parlamento ha approvato una nuova legge sulla educazione sessuale obbligatoria nelle scuole e per ogni scuola. Una norma che, come prevedibile, non solo include tra le informazioni l’ideologia di genere e i metodi contraccettivi, tra cui l’aborto, ma anche «una piena e inclusiva nozione delle relazioni  ed esperienze Lgbtqi+ e lezioni sull’orientamento sessuale e identità di genere». Non è ancora chiaro se questo nuovo insegnamento su Relazioni ed Educazione Sessuale sarà fornito sin dalle elementari; chiarissimo invece che nessuna scuola, nemmeno quelle di ispirazione religiosa, potranno esimersi dall’includere nel programma scolastico queste lezioni.

Gli istituti religiosi che governano moltissime scuole dell’isola hanno già fatto sentire la propria voce, non pochi vescovi hanno preso la parola pubblicamente per chiedere il rispetto della libertà di insegnamento e di religione, ma ad oggi pare che il governo non voglia fare retromarcia: chi non vuole insegnare questa materia non riceverà nessun finanziamento pubblico, al pari degli ospedali gestiti da religiosi che si oppongono all’aborto. In questi stessi giorni, forse per reazione all’azione sempre più oppressiva dell’esecutivo e dei partiti di centro sinistra che governano l’isola, un nuovo partito politico si va formando, una nuova formazione guidata da Peadar Tobin, parlamentare espulso dallo storico partito Sinn Féin per essersi opposto strenuamente alla legge sull’aborto.

Un partito che si presenterà alle elezioni politiche nazionali, che forse saranno convocate lo stesso giorno delle europee, con un programma chiarissimo: promuovere la famiglia naturale, la vita umana sin dal concepimento e la libertà religiosa e di coscienza. Tre punti chiarissimi che potrebbero attirare i voti di quel 30-35% di elettori che negli ultimi hanno espresso il proprio disappunto e la propria contrarietà alle proposte sul matrimonio gay e aborto. È presto per prevedere cosa accadrà sull’isola di San Patrizio: certo la promessa del Patrono di Irlanda di difendere il popolo dai serpenti potrebbe rivelarsi ancora valida, i prossimi mesi dovremo aguzzare gli occhi e confidare nella rinascita dell’orgoglio cattolico irlandese.

Luca Volontè

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