Oggi, 27 gennaio, ricorre la Giornata della Memoria della Shoah, è il giorno dedicato a ricordare le brutalità del genocidio che si è consumato durante la Seconda guerra mondiale, ai danni principalmente del popolo ebraico e di altre categorie sociali discriminate. Ricordare, quindi, per non ripetere gli stessi errori, perché la denuncia del male ci unisca nel combatterlo.
A tal proposito, andrebbe ricordato "Aktion T4", il programma di eutanasia nazista che diede il via alla soppressione delle cosiddette vite ritenute dal regime “non degne d’essere vissute”, come quelle di disabili, malati mentali o portatori di malattie genetiche. Andrebbero ricordati tutti quegli anziani e infermi massacrati nei campi di concentramento, perché non abili al lavoro, "improduttivi". Andrebbero ricordati tutti quegli esseri umani che non erano neanche ritenuti persone.
Oggi ci sono leggi che discriminano i bambini non nati (soprattutto se malati, malformati o con anomalie genetiche), trattandoli come se non fossero persone, permettendone l'eliminazione. Oggi ci sono leggi che permettono la soppressione di malati terminali, malati gravi, disabili, anziani, depressi; leggi che, mascherate di falsa compassione, li aiutano a morire e non si preoccupano affatto di aiutarli, invece, a vivere, di assisterli, di lottare perché si sappiano amati e curati. Oggi, lasciar morire alcune persone è ritenuto il loro "miglior interesse".
Oggi, Giornata della Memoria dell'Olocausto, faremmo bene a ricordare che il male va combattuto, non legalizzato.