Le elezioni regionali sono trascorse da una settimana ma l’argomento rimarrà caldo ancora per un po’. Oltre al toto-assessori, a destare interesse è la composizione dei nuovi consigli regionali. In Lombardia, farà il suo debutto al Pirellone Alessia Villa, eletta nelle file di Fratelli d’Italia. 38 anni, vicesindaco di Meda (MB) e assessore con delega ai Servizi alla persona – Istruzione e formazione professionale – Politiche giovanili e Politiche Femminili, Villa è tra i candidati che hanno firmato il manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia. Contattata dalla nostra testata poco dopo l’esito positivo del test elettorale, la neoconsigliera regionale ha confermato la sua intenzione di impegnarsi su vari fronti, dalla conciliazione famiglia-lavoro alla libertà educativa, fino al sostegno alle persone con disabilità.
Quali saranno le misure a sostegno della maternità e del diritto alla vita sin dal concepimento?
«Come detto in campagna elettorale, una delle misure sulle quali punterei è lo stanziamento di fondi per il finanziamento di programmi concreti di conciliazione lavoro-famiglia. Tutelare la vita sin dal concepimento non significa soltanto garantire un’assistenza morale e psicologica alle mamme, ma metterle concretamente in condizione di poter scegliere la vita, aiutandole a conciliare la maternità con le basilari condizioni di sussistenza».
Come aiuterete le famiglie, in particolare quelle numerose?
«Come probabilmente già sa, per il biennio 2021-2022, Regione Lombardia ha stanziato più di 3 milioni di euro per realizzare azioni a sostegno delle famiglie e della genitorialità. Una delle misure attuate è stata Nidi Gratis, che mi piacerebbe fosse implementata, anche in considerazione dell’incidenza del costo degli asili nido sul bilancio delle famiglie numerose. Interessante sarebbe lavorare anche sulle fasce Isee per l’accesso ai contributi».
Cosa può fare l’amministrazione regionale per evitare la diffusione dell’ideologia gender a scuola e difendere la libertà educativa dei genitori?
«La nostra Costituzione è molto chiara nell’attribuire alla famiglia il carattere di società naturale, di nucleo primario e irrinunciabile all’interno del quale i figli imparano i valori fondamentali della nostra cultura. È naturale che in una società pluralistica e democratica le idee circolino con la libertà che la nostra Carta fondamentale garantisce, ma, in un ambito delicato come la formazione dei più piccini, le istituzioni devono garantire alle famiglie la possibilità di orientare i propri figli verso l’offerta formativa più vicina ai propri valori. La possibilità di scegliere un istituto paritario è stata per molti la soluzione a questo problema, ma non può essere l’unica. La scuola pubblica deve essere accessibile a tutti e attenta alle differenze, ma non a senso unico».
Qual è il vostro programma per la disabilità?
«Sintetizzare il programma sulla disabilità in poche righe è davvero complicato, dato che gli ambiti della vita in cui la disabilità ha una incidenza sono molteplici e diversi sono i tipi di disabilità alla cui assistenza tendono le misure regionali. Se dovessi fare una classificazione delle misure in macroaree, direi che ritengo importante il sostegno all’inserimento lavorativo e sociale dei nostri concittadini con disabilità motorie, sensoriali o cognitive, partendo dalla creazione di percorsi di formazione professionale adeguati e dall’implementazione dei fondi destinati al supporto dei percorsi di avviamento allo sport, con particolare attenzione alla fascia d’età 0-18 anni».
Per concludere, cosa dovrà fare la nuova amministrazione regionale per le categorie più deboli, ovvero anziani e malati, specie nel fine vita?
«È una tematica molto delicata e ampia, difficile da trattare in poche battute, comunque potrebbe essere utile incrementare le cure palliative domiciliari con un importante raccordo con i medici di base. Sarebbe anche importante incentivare e facilitare le procedure di accreditamento per le strutture che si occupano di malati nel fine vita come gli hospice e non solo».