Gli abortisti ci hanno per decenni continuato a bombardare con la seguente equazione: aborto illegale = aborto clandestino = donne morte; aborto legale = aborto sicuro per la salute della madre.
Sappiamo che non è vero, ma oggi – incredibilmente – lo ammette anche un editoriale pubblicato nell’ultimo Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’articolo riconosce che “l’OMS ha storicamente usato una costruzione prammatica operativa che misura la sicurezza in termini solo di legalità”. Con questo metodo, riconoscono gli autori, sono state gonfiate le cifre di aborti pericolosi per la salute della donna nei paesi in cui l’aborto non era o non è legale, e sono stati sottovalutati gli aborti pericolosi e letali nei paesi dove l’aborto a richiesta è legale. La verità è che “aborto legale/illegale” NON è sinonimo di “aborto sicuro/pericoloso”: anche l’aborto legale, cioè, è estremamente pericoloso per la salute della donna.
La legalizzazione non rende l’aborto più sicuro, lo rende solo più comune. Non serve a ridurre la mortalità materna e a proteggere la vita e la salute delle donne.
E’ veramente molto importante che tutti sappiano che è l’OMS ad aver tratto queste conclusioni, e non i soliti bigotti prolife (come la scrivente). Ci auguriamo che presto riconoscano anche il pericolo dei traumi post abortivi e chissà, magari un giorno, che riconoscano che quell’esserino che viene eliminato è un bambino vero.
Francesca Romana Poleggi