Il Parlamento dell’UE ha emanato una risoluzione in cui fa la voce grossa con la Polonia rea di troppa democrazia: il popolo polacco elegge i suoi rappresentanti, raccoglie centinaia di migliaia di firme, promuove politiche e leggi pro vita, quindi merita la reprimenda dell’UE?
Si tratta di un’indebita ingerenza inaccettabile e inescusabile – contraria alle norme di diritto internazionali da sempre vigenti – che va a ledere la sovranità di uno Stato membro.
Come scusa vanno a sindacare i meccanismi costituzionali per cui, secondo l’UE, alla magistratura non è sufficientemente garantita l’indipendenza dagli altri poteri dello Stato (a loro piace la magistratura italiana, che domina e spadroneggia su tutti gli altri poteri dello Stato...).
Ma la cosa che dà loro più fastidio è che la Polonia è in procinto di approvare una legge che vieta l’aborto eugenetico. Il 15 novembre, il Parlamento UE ha adottato una risoluzione che avvia il processo formale per la reprimenda dello Stato membro che violerebbe – secondo loro – il trattato sull’Unione Europea.
Vietando l’aborto eugenetico la Polonia violerebbe i principi fondamentali dell’UE in materia di “diritti umani e valori democratici”, tra i quali evidentemente rientra la selezione della razza.
La risoluzione chiede inoltre alla Polonia di abrogare una recente legge promulgata dal presidente polacco Andrzej Duda che vieta la vendita senza ricetta medica della pillola del giorno dopo.
L’UE, inoltre, ha criticato la decisione del governo polacco di tagliare i finanziamenti alle organizzazioni femministe come le abortiste del BABA Lubuskie Center for Women’s Rights, dirottandoli verso centri di aiuto alla vita.
Il fatto che oltre il 90 percento dei Polacchi sia cattolico e pro vita per l’UE non rileva. Il principio democratico della sovranità popolare non è di casa a Bruxelles e dintorni. L’abbiamo ben capito.
La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni dovrà presentare una relazione e, ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato, si potrà votare per dichiarare che la Polonia ha commesso “una grave violazione” dei valori democratici dell’UE e dei suoi obblighi in materia di diritti umani ai sensi del trattato.
La sanzione paventata è la sospensione a tempo indeterminato dei diritti di voto della Polonia nel Consiglio europeo. Per essa, però, ci vorrebbe il consenso unanime di tutti gli altri membri del Consiglio il che non è affatto scontato, visto che l’Ungheria e la Croazia tendono a resistere a questo tipo di ingerenze dell’UE.
E’ la prima volta che Parlamento UE utilizza la procedura di cui all’articolo 7 cit. per condannare uno Stato membro a causa della sua legislazione a favore della vita.
Redazione
Fonte: Population Research