05/11/2019

L’ultimo No dei medici all’eutanasia: la Dichiarazione Mondiale della WMA

I medici non uccidono e lo hanno detto forte e chiaro a livello mondiale. A un mese circa dalla divulgazione della dichiarazione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO) in materia di “fine vita”, che si esprimeva sottolineando che «il medico lenisce il dolore, non uccide», l’ultima novità in campo bioetico è la forte presa di posizione della World Medical Association (WMA) “che rappresenta le associazioni mediche nazionali di 114 Paesi del mondo”.

Quello dell’Associazione mondiale è un chiaro “No” ad eutanasia e suicidio assistito ed è stato annunciato al termine della propria Assemblea annuale, tenutasi in Georgia, a Tbilisi. "Nessun medico - si legge nella Dichiarazione sottoscritta - dovrebbe essere forzato a prendere parte a procedure di eutanasia o suicidio assistito, né essere obbligato a prendere decisioni a tal fine".

Ma perché le televisioni e una gran parte dei media non lo riportano? Forse perché la scelta mediatica è quella di fare leva sui casi di “dolce morte” come la chiamano i radicali, anche perché uccidere costa meno di curare? Non a caso l’Associazione medica canadese dopo il primo anno di applicazione della legge sull’eutanasia dichiarò che erano stati risparmiati 140 milioni di dollari! In Italia, con i pronto soccorso al soccorso, i posti letto che mancano, con solo il 30% dei malati di tumore che hanno accesso alle cure palliative, è chiaro che dietro all’eutanasia ed al suicidio assistito si celi lo scopo di risparmiare ancora di più sulle cure sanitarie. Ma uno Stato dovrebbe assistere i malati o farli morire?

Eppure il contrasto alle pratiche eutanasiche è fortissimo nel mondo. Ultima proprio la WMA che, si legge nella Dichiarazione pubblicata sul sito dell'associazione, "riafferma il proprio forte impegno a seguire i principi dell'etica medica e che il massimo rispetto deve essere mantenuto per la vita umana". La Dichiarazione della WMA definisce come eutanasia l'atto deliberato del medico di somministrare una sostanza letale o di mettere in atto un intervento per causare la morte di un paziente capace di intendere su richiesta di quest'ultimo. "Avendo tenuto congressi medici che hanno coinvolto tutti i continenti - ha affermato il presidente, Frank Ulrich Montgomery - crediamo che tale Dichiarazione sia in accordo con la posizione della maggioranza dei medici del mondo".

Altre parole sembrano, inoltre, indirizzate a favore dell’obiezione di coscienza dei medici, un diritto fondamentale la cui negazione comporterebbe un gravissimo affronto alla libertà e al rispetto umano: “Nessun medico dovrebbe essere forzato a prendere parte a procedure di eutanasia o suicidio assistito”.

La missione del medico è dunque curare e salvare vite. Praticare l’eutanasia e il suicidio assistito significa tradire questa professione. E lo dicono i medici mica i prolife!

 

di Jacopo Coghe

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