I camion vela con la campagna contro l’eutanasia hanno acceso uno scontro politico nel comune di Jesi, dopo la comparsa dei manifesti in occasione della festa della Famiglia dei giardini pubblici della città.
Qualche giorno fa, infatti, il movimento di opposizione Jesi in Comune, tramite Agnese Santarelli, ha interrogato la giunta Bacci. La risposta, oltre che dal Comune stesso, è arrivata anche dal Popolo della Famiglia.
Il consigliere Santarelli farebbe bene ad informarsi prima di presentare interrogazioni al Sindaco», ha affermato Gabriele Cinti, vicepresidente del Popolo della Famiglia Marche. «La campagna di sensibilizzazione con i camion vela sul tema dell’eutanasia – hanno spiegato i promotori – è stata coordinata dal Popolo della Famiglia in collaborazione con l’Associazione Pro Vita & Famiglia, nelle province di Ancona, Pesaro e Macerata ed è stata sostenuta anche con il nostro contributo. Per quanto riguarda la logistica, ci siamo affidati ad una ditta del settore che non ha avuto nessun rilievo da parte delle autorità competenti al controllo. È strano invece sentire una esponente di un partito di sinistra parlare in difesa della legge sull’eutanasia, che è bene ricordarlo, nel caso il consigliere non lo sapesse, fu applicata per la prima volta in Germania dai nazisti, prima ancora che iniziassero a perseguitare gli ebrei, per l’eliminazione di malati mentali e disabili».
Dopo la risposta del Popolo della Famiglia è arrivata quella istituzionale tramite il dirigente comunale Gianluca Della Bella, in assenza dell’assessore Marialuisa Quaglieri. «La mia sarà una risposta tecnica – ha specificato Della Bella in aula -. I camion vela sono mezzi di promozione che rientrano nella categoria della pubblicità dinamica. Sono impianti mobili, non soggetti alla stessa imposta che si versa per i manifesti fissi. Non va fatta alcuna dichiarazione al Comune, né risultano comunicazioni preventive».
Una spiegazione che però non è piaciuto alla minoranza, che ha ribattuto dicendo che ««Il camion vela era presente all’interno di una zona chiusa al traffico». Il gruppo di opposizione ha inoltre dichiarato che sperava in una risposta politica e non tecnica. Anche se in realtà, sull’intera vicenda, più che di politica si dovrebbe parlare di libertà di manifestazione del pensiero e del perché volerla negare a chi porta avanti le proprie tesi contrarie alle pratiche dell’eutanasia e del suicidio assistito.
di Salvatore Tropea