12/04/2018

Manifesto ProVita: interrogazione urgente a sindaco e Giunta

Pubblichiamo in forma integrale il testo di una interrogazione urgente sul maxi manifesto di ProVita promossa dal vicepresidente dell’Assemblea capitolina, Andrea De Priamo.

Rimozione manifesto Associazione ProVita

Al Segretariato Generale

Direzione Supporto Giunta e Assemblea Capitolina e Servizi Amministrativi ed Informatici del Segretariato

INTERROGAZIONE URGENTE

Art. 104 del Regolamento del Consiglio Comunale

Oggetto: Rimozione manifesto Associazione ProVita

PREMESSO CHE:

L’associazione ProVita ha ottenuto la regolare autorizzazione dagli uffici competenti per l’affissione di un maxi manifesto di sette metri per undici da  collocarsi sulla facciata di un palazzo in Via Gregorio VII dal 3 al 15 aprile.

Il manifesto ritrae l’immagine di un feto nel grembo materno e riporta le seguenti frasi: «Tu eri così a 11 settimane», «Tutti i tuoi organi erano presenti», «Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento», «Già ti succhiavi il pollice» ed infine «E ora sei qui perché tua mamma non ti ha abortito».

Il cartellone infatti era stato pensato per la campagna di ProVita a quaranta anni dalla Legge n.194.

All’affissione del manifesto è seguito un coro di proteste da parte di varie esponenti politiche che hanno chiesto a gran voce la rimozione dello stesso perché, come è stato scritto su Facebook: «Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto di scelta delle donne».

CONSIDERATO CHE:

L’immagine ecografica di un feto non può considerarsi scandalosa, bensì costituisce un dato scientifico che chiunque può trovare nei libri;

pertanto, l’immagine in questione non può considerarsi lesiva nei confronti di chiunque, e che quindi non  contrasta con l’art. 12bis del “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni” ma semplicemente è la rappresentazione della persona nei suoi primi giorni dal concepimento;

anche l’autorevole biologo, Enzo Pennetta ha scritto in merito alle reazioni suscitate dal manifesto: «Dalle poche righe della lettera di protesta emerge l’aggressività di un mondo “politicamente corretto” permeato di dogmatismi che non esitano a scagliarsi contro delle semplici enunciazioni di dati scientifici, un modo di pensare che è l’essenza della dittatura del politicamente corretto, una dittatura che ha nei suoi sostenitori persone convinte di essere per definizione dalla parte giusta e quindi aggressivamente ostili ad altri modi di pensare. La battaglia di ProVita è quindi oggi la battaglia di tutti i liberi pensatori, cambiando a piacere l’argomento le dinamiche restano le stesse: è libero pensiero contro dogmatismo oscurantista».

La libertà di parola e di opinione costituisce il fondamento imprescindibile della democrazia e se non c’è libertà nell’esprimere le proprie opinioni, non esiste neanche la possibilità di risolvere errori ed aberrazioni di pensiero commessi nel passato, impedendo così di migliorare il futuro delle nuove generazioni; 

SI INTERROGA IL SINDACO E LA GIUNTA DI ROMA CAPITALE PER SAPERE:

 se non ritengano che la decisione di censurare il manifesto abbia rappresentato una violazione dei più elementari diritti costituzionali in merito al rispetto delle idee ed una censura di tipo ideologico nei confronti di un messaggio privo di qualsiasi connotazione aggressiva;

sulla base di quale normativa, il manifesto dell’Associazione “ProVita” sia stato rimosso pur avendo avuto la necessaria autorizzazione da parte degli uffici competenti in materia;

come intendano intervenire presso gli uffici competenti al fine di provvedere affinchè il manifesto possa essere apposto ancora per tutto il periodo per il quale era stata concessa l’autorizzazione iniziale;

come intendano risarcire l’Associazione ProVita che aveva regolarmente pagato la tariffa di affissione relativa al manifesto.

Andrea De Priamo

Redazione

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