Tutte le misure previste nella Manovra finanziaria dal governo Meloni per la famiglia e per il rilancio demografico sono «rilevanti» e, soprattutto nell’attuale scenario di crisi, rappresentano una svolta storica. Lo Stato può finalmente porsi al fianco del nucleo principale della società e mettere in moto un meccanismo virtuoso di carattere non solo economico ma anche culturale. Così si è espressa la senatrice Lavinia Mennuni (Fratelli d’Italia), contattata da Pro Vita & Famiglia.
Senatrice Mennuni, come commenta le misure per la famiglia messe in campo dal governo Meloni? Stiamo andando nella direzione giusta, così come auspicato in campagna elettorale?
«La grande direttrice seguita dal governo nella Legge di Bilancio è stata quella del sostegno alle famiglie, alla natalità e alle categorie fragili e si sta realizzando quanto contenuto nel primo punto del programma Meloni. Sono convinta che questi primi rapidi e incisivi passi restituiranno centralità alla famiglia».
Un miliardo e mezzo di euro: una cifra storica, che ci avvicina a Paesi europei con politiche familiari più avanzate (Francia e Svezia in primis)?
«La Francia ha sempre adottato politiche serie e sostanziali a sostegno della maternità e della famiglia e il risultato in termini di numero di figli per donna con tassi nettamente migliori di quelli italiani, evidenzia come tali misure fossero efficaci. Noi stiamo attraversando una crisi demografica molto grave e per questo è doveroso porre l’obiettivo del sostegno alla natalità e la famiglia come priorità di tutte le agende istituzionali. Il Governo Meloni finalmente dà concreta attuazione all’esigenza che da troppo tempo necessitava di provvedimenti risolutivi».
Congedo parentale, agevolazioni per la prima casa, taglio dell’IVA ai prodotti per la prima infanzia: quale di queste ritiene sia la misura più innovativa o, comunque, più impattante?
«Credo che l’insieme dei provvedimenti siano di impatto, si tratta difatti di un insieme di misure che sostengono la famiglia sia nella fase costitutiva, che nella fase di accoglienza della vita e poi di educazione e mantenimento dei figli, con attenzione posta anche alle famiglie con figli disabili. Ritengo che, soprattutto nel difficile periodo che stiamo attraversando di crisi, siano tutte misure rilevanti».
È sufficiente aiutare i giovani a mettere su famiglia con agevolazioni economiche o è necessario anche un lavoro di tipo etico-culturale?
«È necessario aiutare i giovani a mettere su famiglia con agevolazioni economiche. Negli ultimi tempi, con le difficoltà congiunturali del periodo si può affermare che ci volesse coraggio a mettere su famiglia. Lo Stato deve essere al fianco del primo nucleo fondante della società, sia dal punto di vista economico, che etico e culturale. Spero e credo che si potrà svolgere un importante lavoro volto a far riemergere con forza che la creazione di una famiglia sia sempre il progetto di vita più bello e immenso che i giovani possano avere».