22/05/2016

Marcia per la Vita: la prima volta della Croazia

La Marcia per la Vita è arrivata anche in Croazia.

Ieri, sabato 21 maggio, migliaia di persone si sono ritrovate a Zagabria per manifestare pubblicamente la loro volontà si difendere l’inviolabilità della vita umana dal concepimento alla morte naturale e per ribadire la propria netta contrarietà all’aborto e all’eutanasia.

Tra i partecipanti, provenienti da ogni parte del Paese, anche la moglie del primo ministro Tihomir Oreskovic, conservatore uscito vincitore dalle elezioni politiche dello scorso anno.

È la prima volta che in Croazia si tiene una grande mobilitazione di questo tipo, ma il successo è innegabile. Del resto, l’opinione pubblica continua tendenzialmente ad essere ancorata al buon senso ed alla ragione. La classe politica, invece, segue le sirene e i diktat delle lobby e dei potentati internazionali (basti pensare al tema dello pseudo-matrimonio gay, bocciato dai cittadini ma approvato ugualmente dal vecchio parlamento a maggioranza progressista).

Cantando canzoni popolari e religiose, i manifestanti – tra i quali molti religiosi e religiose cattolici – hanno sfilato sotto lo slogan “Per la vita, la famiglia e la Croazia“, sventolando la bandiera nazionale e portando palloncini colorati. Croazia_marcia-per-la-vita_aborto

In base ad una legge che risale al 1978, ovvero ai tempi della Jugoslavia comunista di Tito, in Croazia l’aborto è legale fino alla decima settimana di gravidanza. L’auspicio dei partecipanti alla Marcia (ed il timore di tutti i pro-choice, che hanno protestato contro la manifestazione pro-life) è che l’attuale governo conservatore possa abrogare la normativa o almeno limitare la possibilità di abortire.

Gli organizzatori chiedono poi maggior sostegno alle famiglie, specie a quelle più in difficoltà. I problemi economici, infatti, favoriscono l’aborto (il 75% di aborti del Paese è dovuto a tali fattori). Ma è pur vero che l’aborto danneggia l’economia e la società. Il problema è culturale. Abortire non è e non potrà mai essere la soluzione e le donne non vanno lasciate sole di fronte a tale dramma. Uno Stato degno di questo nome deve mettere al centro della propria azione politiche a tutela della vita e della famiglia naturale. Un vero e proprio antidoto contro la crisi ed una vera e propria ricetta per lo sviluppo.

Redazione


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