29/01/2025 di Fabio Piemonte

Marina Terragni, nuova titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

Marina Terragni - giornalista milanese, femminista e fortemente critica nei confronti dell’ideologia di genere - è stata nominata con una determinazione dello scorso 14 gennaio del Presidente del Senato Ignazio La Russa e del Presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana quale nuova titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (Agia). Si tratta senza dubbio di una scelta significativa, perché i diritti di bambini e adolescenti sono sempre più minacciati dall’ideologia woke e dalla dittatura del ‘politicamente corretto’, in particolare all'indottrinamento gender dentro e fuori le scuole.

Le proteste della Comunità Lgbtqia+

Proprio per le sue posizioni pubbliche molto critiche nei confronti dell’ideologia gender, della barbara pratica dell’utero in affitto e della medicalizzazione dei minori attraverso la somministrazione di bloccanti la pubertà, terapie ormonali e interventi chirurgici in età precoce, si è attirata da sempre le critiche delle diverse associazioni Lgbtq+. Critiche ancora più feroci proprio all’indomani della sua nomina. C’è stato chi - come la Rete di Genitori Arcobaleno - ha parlato addirittura di «ennesimo segnale di una politica discriminatoria verso la comunità Lgbtq+. Siamo sempre più lontani dal dialogo». Oppure l’associazione Genderlens, che ha parlato di una presunta «sintonia della nomina con le posizioni neocattoliche delle associazioni pro-life che sostengono il governo». Rabbia e livore traspaiono anche nelle parole del noto circolo “Mario Mieli” che ha definito la nomina «un segnale allarmante che sembra segnare una direzione ideologica ben precisa, che esclude invece di includere».

Le posizioni di Marina Terragni

In realtà le posizioni della giornalista milanese sono sempre state ben definite, lucidamente argomentate e coerenti. Oppositrice del ddl Zan proprio per l’impianto liberticida, Terragni ha manifestato la sua contrarietà alla logica del “Self-Id”, che si apre tra l’altro a derive quali la possibilità «dei corpi maschili di essere coinvolti in competizioni sportive femminili» e a un indubbio aumento della «percentuale di aggressioni sessuali commesse da uomini che si identificano come donne». Recentemente, inoltre, ha dichiarato che «i bambini trans non esistono», non facendo altro che ribadire un’evidenza scientifica e di buon senso. D’altra parte la Terragni parla anche sulla base della sua esperienza di mamma e di zia, ma in special modo sulla base delle competenze professionali acquisite anche per gli incarichi di rilievo recentemente ricoperti, come quello di presidente del Gender Quality Advisory Council, organismo indipendente che affianca il G7.

La tutela dei minori online

Ma torniamo alla sua nomina e alle sfide sul tavolo del nuovo Garante. In campo, infatti, non c’è solo la dilagante ideologia di genere nelle scuole, ma anche un’ormai annosa emergenza che colpisce i nostri giovani, ovvero l’accesso indiscriminato e l’abuso, per molti minori, a smartphone, pornografia e social. C’è dunque l’esigenza, non più rimandabile, di tutelare i bambini affinché possano tornare a essere protagonisti nella vita reale, conquistando anche spazi di gioco libero insieme, e non soltanto virtuali. Insomma, come dichiarato recentemente nel corso di un’intervista a Il Sole 24 ore, Terragni intende porre al cuore della propria azione di Garante «la cura reciproca, la relazione di cura al centro delle società umane. Perché poi le comunità umane, forse anche alcune comunità animali, nascono proprio su questo, sul darsi assistenza reciproca, sul darsi cura, è uno stare insieme appunto regolato dalla cura reciproca. Il bisogno che tutti abbiamo di essere curati e di curare». Ed è proprio sulla base di tale “care revolution” da lei invocata che si auspica venga presto posto un argine allo strapotere onnipervasivo dei social e alle sue conseguenze drammatiche per la salute psicofisica dei minori ormai sotto gli occhi di tutti, che la nostra onlus già da alcuni anni non smette di denunciare anche attraverso la Campagna “Piccole Vittime Invisibili”.

 

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