Il Royal College of Physicians of Ireland (RCPI), un'istituzione leader nella formazione medica in Irlanda con oltre 11.000 membri, ha espresso la propria contrarietà alla legalizzazione del suicidio assistito durante una presentazione al Comitato Oireachtas sulla morte assistita. L'RCPI sostiene che i potenziali danni di tale legislazione superano i benefici, basandosi su prove raccolte da paesi dove il suicidio assistito è già legale.
Una delle principali preoccupazioni dell'RCPI riguarda l'espansione dei criteri per la morte assistita osservata in nazioni come i Paesi Bassi, Belgio, Colombia e Oregon, USA. Questa espansione include l'abbassamento dell'età minima, l'inclusione di malattie non terminali e la possibilità di accesso per pazienti con sofferenze psichiatriche o non strettamente legate a condizioni di fine vita.
Il rapporto si sofferma anche sul recente rifiuto del Consiglio nazionale di etica danese di legalizzare l'eutanasia, citando il rischio che questa pratica alteri la percezione sociale della vecchiaia e della morte.
Inoltre, l'RCPI ha sottolineato come le ragioni più comuni per richiedere il suicidio assistito, come evidenziato dai dati dell'Oregon, riguardino meno il controllo del dolore e più la perdita di autonomia e dignità. Infine, l'istituzione ha espresso preoccupazione per il fallimento delle misure di salvaguardia, riferendosi all'aumento delle richieste di suicidio assistito dovute a motivi di peso familiare o finanziario, soprattutto tra le persone con demenza.