28/08/2019

Medico punito per aver detto cos’è un aborto, accade in Sudafrica

In Sudafrica dire la verità sull’aborto potrebbe creare problemi sul posto di lavoro, persino nel caso di un medico, che, in quanto tale, ha un lavoro a strettissimo contatto con la scienza. Immaginate che un professore di matematica venga licenziato per aver affermato che due più due fa quattro. Quanto accaduto a Jaques De Vos non è molto diverso.

Sin dai tempi di Ippocrate, infatti, la medicina ha lo scopo di curare le persone, guarire i mali e salvare le vite. Oggi, invece, accade che, se un medico tenta di salvare la vita di una persona, evitando, tra l’altro, possibili e gravi rischi per la salute di un’altra, subisca provvedimenti disciplinari.

Così, il trentaduenne tirocinante De Vos, a un passo dal conseguimento della laurea in medicina, avrebbe «violato l’autonomia del paziente con le sue dichiarazioni anti-aborto». Pertanto, oltre ad aver perso il lavoro, gli è stato vietato di esercitare la professione medica, come spiega un articolo di Life News.

Il tutto solo per aver detto a una donna che il feto è un essere umano e che, dunque, l’aborto è un omicidio. Ma, precisiamo, non si tratta solo di semplici “dichiarazioni anti-aborto”, come se fossero opinioni personali di un medico pro life. La quasi totalità dei biologi, infatti, afferma con certezza che nel concepimento ha inizio la vita di un essere umano e tale affermazione è condivisa anche dai principali manuali di letteratura medico-scientifica.

Come potrebbe, dunque, un medico, affermare il contrario? Sarebbe, piuttosto, questo un tradimento della sua professione: indurre una donna ad abortire, causando, così, la morte di suo figlio e possibili rischi per la sua salute, compresa la stessa morte.

Insomma, un mondo in cui chi dice la verità sull’aborto ne paga un caro prezzo può mai essere considerato libero e realmente evoluto?

Luca Scalise

 

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