Solo di un miracolo può trattarsi, né sanno spiegarselo diversamente i medici che hanno assistito al risveglio improvviso e insperato di Lorenzo Mori, 17 anni, dichiarato cerebralmente morto dopo mesi di coma profondo.
Ma l’aspetto più singolare è che Lorenzo ha ripreso pienamente coscienza proprio mentre i medici stavano per sottoporlo all’espianto degli organi.
Il ragazzo era ridotto in condizioni gravissime a causa di un terribile incidente, lo scorso 20 dicembre, mentre stava andando a scuola, in sella al suo scooter: l’impatto frontale con una Mercedes l’aveva sbalzato dal motorino, all’incrocio tra via Da Mosto, viale Cristoforo Colombo e via Pancaldo. Nonostante il casco, aveva riportato danni cerebrali e respiratori gravissimi, tanto da escludere ogni possibilità di guarigione. Vista la situazione tragica*, i genitori avevano acconsentito al prelievo degli organi, ma evidentemente, la “;Vita” aveva deciso diversamente per lui: come ha scritto, nei giorni scorsi, il quotidiano L’Arena di Verona: Lorenzo si risveglia, apre gli occhi, si muove e addirittura parla. Ed è così che, se cinque mesi fa era considerato praticamente morto, ora è tornato di nuovo a scuola.
Questo episodio è l’ennesima dimostrazione che il coma non è morte, al contrario di quello che pensano molti medici, peraltro a dispetto di numerosissime testimonianze di risvegli improvvisi di persone uscite dal coma che hanno raccontato che in quello stato, in cui erano considerati praticamente degli inutili zombie, in realtà erano coscienti e consapevoli di tutto quello che accadeva intorno a loro, arrivando ad ascoltare, comprendere e sentire ogni discorso, ogni carezza, ogni frase sussurrata. Insomma…vivevano! Ma nel momento in cui la “;scienza” impone a un individuo l’etichetta di “vegetale” ecco che automaticamente diventa, agli occhi di alcuni medici, al pari di un relitto e, spesso, come tale viene trattato.
Questo e tanti altri episodi, dunque, oltre a veri e propri inni alla speranza, rappresentano anche una sfida concreta a coloro che pretendono di relativizzare il concetto di vita, definendola come tale solo se si manifesta secondo determinati schemi e modalità. Ma evidentemente i fatti, la realtà dimostrano il contrario e cioè che la vita c’è, anche quando non si manifesta nel modo in cui piacerebbe alla nostra società malata di efficientismo. La vita è vita, sempre!
Manuela Antonacci
PS: Pubblichiamo una nota piuttosto inqueitante della Lega Anti Predazione:
«Quando i medici danno per “spacciato” un malato affetto da lesione encefalica per trauma o malattia (sottoposto a ventilazione) è perché intendono indagare l’atteggiamento dei familiari in merito alla donazione degli organi prima di comunicare alla direzione sanitaria l’esistenza di un caso di “morte” (sic) e successivamente mettere in atto il cosiddetto accertamento di “morte cerebrale” di 6 ore secondo i protocolli di stato.
Quindi la dichiarazione di “morte cerebrale” viene avviata dai medici indifferentemente oggi, o domani o dopodomani a seconda dei loro interessi organizzativi. Infatti la “morte cerebrale” è imposta anche contro la volontà della persona ma non ha un momento preciso in cui si caratterizza essendo una finzione sanitaria.
Il cosiddetto “morto cerebrale” può essere mantenuto in vita anche vari giorni. Viene ucciso con l’espianto o, nel caso di non-donatori, con l’estubazione senza svezzamento.
Nel caso di Lorenzo, 17enne, alla subdola richiesta, i genitori hanno dato l’autorizzazione alla donazione, per legge necessaria per i figli minorenni, ma umanamente parlando altamente immorale (i figli non sono proprietà né dei genitori né dello stato). I minori dovrebbero essere esclusi dalla donazione. Lorenzo è stato fortunato a svegliarsi prima del potenziale criminale espianto.»
*L’Istituto Trapianti ha dato una smentita alla notizia che il ragazzo fosse stato dichiarato cerebralmente morto qui: https://www.thesocialpost.it/2019/05/14/lorenzo-risveglia-coma-profondo-verona/