Il 25 dicembre scorso, a 83 anni, è morto lo psichiatra Robert Spitzer, che nel corso della sua vita è passato dall’essere un paladino del mondo gay ad un suo grande nemico.
Chi era Spitzer? Actuall ne delinea un ritratto.
Stiamo parlando di uno dei principali artefici dello sdoganamento dell’omosessualità. Nel 1973, infatti, contribuì ad eliminarla dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM). Si trattò di un’importante vittoria dell’ideologia omosessualista, di cui oggi paghiamo le conseguenze. È anche a causa di questa decisione che la lobby Lgbt, dal promuovere una certa tendenza culturale, è arrivata a voler imporre la propria visione ideologica al mondo.
Col tempo, però, Spitzer divenne un vero e proprio nemico del mondo gay. Nel 2001 lo psichiatra pubblicò uno studio in cui dimostrava che dall’omosessualità si può uscire, attraverso le cosiddette teorie riparative, quelle oggi praticate dal dottor Joseph Nicolosi. Gli attacchi che subì furono talmente violenti che Spitzer, ormai anziano e debilitato, dovette fare qualche passo indietro.
Secondo quanto riporta Linda Ames Nicolosi, ex direttrice delle pubblicazioni della NARTH, l’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità, Spitzer inizialmente era orgoglioso di aver contribuito in maniera determinante alla “normalizzazione” delle persone Lgbt. Tuttavia, si sentiva in colpa. Ciò che lo turbava era la pressione esercitata nell’ambiente psichiatrico contro chiunque tentasse di aiutare le persone infelici a causa della loro attrazione per lo stesso sesso.
Anche oggi, del resto, parlare di questo è un tabù e la lobby Lgbt vi si oppone in modo spesso violento (vedi ad esempio qui e qui). E lo fa solo e soltanto per difendere un’ideologia, disinteressandosi del vero bene delle persone con tendenze omosessuali.
Spitzer non affermava nulla di discriminatorio e offensivo. Sosteneva semplicemente che persone motivate, possono attuare un cambiamento sostanziale nell’orientamento sessuale e recuperare l’eterosessualità.
Bastò questo per scatenare la rabbia furente del mondo gay. Lo stesso mondo che si dice discriminato e che, in nome della tolleranza, vorrebbe imporre a tutti i propri diktat. Come sta accadendo in Italia con il ddl Cirinnà.
Redazione