La cifra è in costante aumento ed è spaventosa. Il numero di bambini morti a causa dell’aborto volontario, solo negli Stati Uniti, ammonta a circa 61 milioni. Gli statunitensi pro life hanno deciso di ricordarli lo scorso sabato 14 settembre, dedicando loro una Giornata Nazionale della Memoria, come apprendiamo da un articolo di Life News.
«Troppo spesso, l'aborto è visto solo come una questione politica o una questione di scelta personale, ma l'aborto ha delle vere vittime», ha affermato Eric Scheidler, uno degli organizzatori dell’evento. E di queste vittime quasi nessuno parla, quasi nessuno le prende in considerazione. Vengono chiamate “grumi di cellule” o paragonate dispregiativamente a tumori e parassiti, invece sono vittime umane, esseri umani vivi e veri.
Desiderio dei pro life Usa è, dunque, quello di trattare queste vittime come meritano, cioè come bambini defunti: ricordandole, piangendole, impegnandosi a ribadire pubblicamente l’importanza delle loro piccole vite.
In tutti gli Stati Uniti sono stati oltre 180 i luoghi di ritrovo per le celebrazioni relative alla Giornata, fra cui 44 cimiteri in cui sono stati dedicati degli spazi alla tumulazione di bimbi non nati, quelle piccole creature i cui corpicini sono stati trovati dagli attivisti pro life spesso in bidoni della spazzatura e discariche, prima di dare loro degna sepoltura.
È nei cimiteri e presso i vari luoghi commemorativi adibiti per l’occasione che le tre associazioni organizzatrici dell’evento, Cittadini per una Società Pro-Life, Sacerdoti per la Vita e la Lega d'Azione Pro-Life, hanno scelto di fare memoria dei bambini abortiti.
L’aborto è una questione che interpella profondamente l’umanità di ciascuno di noi e che ci pone di fronte ad una vera e propria strage verso la quale non possiamo restare indifferenti, moltiplicando i nostri sforzi in difesa della vita, sin dal concepimento, e a sostegno delle donne in difficoltà.
Questo fa di noi uomini e donne che hanno a cuore i più deboli e se ne prendono cura.
di Luca Scalise