Nel grembo materno, durante la gravidanza non c’è un “grumo di cellule”, bensì un bambino.
E, di più: un bambino che ha tutto ciò che lo caratterizza come persone fin dal concepimento, con un sesso definito, e capace di sentire dolore certamente dopo tre settimane.
Un recentissimo articolo il New York Times, quotidiano di certo non noto per le sue posizioni pro-life e pro-family, di fronte all’evidenza, non ha potuto far altro che riportare la realtà così com’è.
Il pretesto dell’articolo è stato l’operazione di un «paziente nella paziente» affetto da spina bifida, un delicatissimo e innovativo esperimento di chirurgia fetale: ecco quindi il giornalista parlare delle dita perfettamente formate del bambino, figlio di una mamma e di un papà, di sesso maschile, al quale è stato somministrato un anestetico per non fargli sentire dolore e che – se non fosse andato tutto bene – poteva morire (... e solo i vivi muoiono!).
Insomma, come ha titolato LifeSiteNews, il New York Times ha accidentalmente rivelato l’umanità dei bambini non ancora nati!
Il bambino nella pancia: una crescita sorprendente
Il bambino nella pancia della mamma cresce con una velocità che è veramente sorprendente: fin dal momento del concepimento comincia una rapidissima suddivisione cellulare: come un fiore che sboccia, ma che già “è”. Già a 18 giorni si può sentire il cuore del bambino battere. Le onde cerebrali possono essere misurate da un EEG già alla sesta settimana; gli organi cominciano a distinguesri dalla terza settimana e sono già tutti distinti all’ottava. A dieci settimane il bambino nel grembo ha già le sue impronte digitali…
Oggi il sesso del bambino viene rivelato ai genitori – se lo desiderano – alla ecografia morfologica del quinto mese, durante la quale vengono anche valutati i diversi organi e “prese le misure” del bambino: il sesso è tuttavia deciso fin dal concepimento (grazie al padre!) e questo influenza lo sviluppo del cervello e del fisico del nascituro, alla faccia dei sostenitori del gender. Il progresso della ricerca medica ha portato inoltre a determinare che il sistema neurologico del bambino è già pienamente formato alla 20esima settimana (si veda qui), ma si sa che il bambino può sentire dolore anche molto prima del quinto mese.
Insomma, il NYT ha – di fatto – rivelato al mondo che esiste l’acqua calda... ma meglio tardi che mai!
Teresa Moro
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