Avendo recentemente espresso alcuni dubbi su alcuni uomini di Chiesa e su certe teorie – diciamo – “bizzarre”, in fatto di tutela della Vita e di aborto, che giungevano da enti o persone di Chiesa, siamo lieti di rilanciare l’intervento del delegato all’ONU della Santa Sede, che a proposito di aborto e gender (per “genere” si deve intendere il sesso biologico e nient’altro), ha messo i doverosi puntini sulle i.
In particolare Radio Vaticana scrive che l’arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore della Santa Sede presso l’Onu e le organizzazioni internazionali di Ginevra, è intervenuto nei giorni scorsi all’Ecosoc, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite su una risoluzione per il rafforzamento dell’assistenza umanitaria di emergenza.
«Pur riconoscendo i progressi compiuti su temi specifici come “carestia” e “sicurezza alimentare, il presule esprime rammarico per l’inclusione del controverso pacchetto MISP che include nei servizi sanitari di base alcuni progetti per la salute riproduttiva di donne e ragazze che favoriscono l’aborto.
Il diritto alla vita – spiega mons. Jurkovič – va applicato ad ogni fase della vita, senza discriminarne alcuna. Per questo motivo , l’arcivescovo conclude che la Santa Sede si dissocia dai paragrafi della risoluzione che promuovono la MISP come risposta alle drammatiche situazioni di tante donne e bambini in situazioni umanitarie impegnative e non considera l’aborto, l’accesso all’aborto o ai farmaci abortivi come un misure per la salute sessuale e riproduttiva.»
Questa volta siamo “laicamente” perfettamente d’accordo.
Redazione
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